Calcio

Gli sceicchi del pallone aiutano i "parenti" europei

Dal Newcastle con la grana Tonali al Girona. Club arabi mandano le loro stelle in soccorso delle società «sorelle» Il Girona, stessa proprietà del City, se resta in vetta avrà Kanté dall'Al Ittihad

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Prima si sono portati a casa i pezzi da novanta a suon di petrodollari, ma tra un paio di mesi potrebbero rispedirli in Europa per aiutare le squadre di parenti e amici. Il pallone arabo continua a essere la scheggia impazzita del pianeta calcio. In estate i club sauditi, sostenuti dal fondo del principe Mohammad bin Salman, figlio del monarca Aziz al Saud, hanno fatto incetta di campioni per allestire una Roshn Saudi League che non brilla certo per valori tecnici. Quattro o cinque fuoriclasse inseriti in formazioni che possono essere paragonate a quelle della nostra Serie C, non hanno generato l'atteso cambio di marcia che si aspettavano nelle terre sequestrate dal deserto. Il pubblico partecipa a intermittenza, e le gare del torneo sono di una noia mortale. Da qui l'idea di aiutare i club europei di proprietà di parenti e amici.

La notizia del giorno è il passaggio, a gennaio, del forte centrocampista portoghese Ruben Neves dall'Al Hilal al Newcastle per sostituire l'ex milanista Sandro Tonali, appiedato 8 mesi per le note vicende legate al mondo delle scommesse. Il club britannico è di proprietà del Public Investment Fund, lo stesso che controlla appunto l'Al Hilal, ma anche l'Al Nassr di Riyadh e Al Ahly e Al Ittihad di Jedda. Neves arriverà con la formula del prestito e sarà l'Al Hilal a continuare a pagarli lo stipendio, regalando al Newcastle la possibilità di non sforare negli ingaggi e rispettare il fair play finanziario. Un caso isolato? Da quello che stanno scrivendo i giornali del Golfo sembra proprio di no. Alla riapertura del mercato di gennaio la «formula Neves» potrebbe essere applicata ad altri club. Prendiamo ad esempio il Girona, che guida a sorpresa la Liga. La società appartiene al City Football Group degli Emirati Arabi, il medesimo colosso economico che finanzia il Manchester City di Guardiola.

Nel caso in cui il Girona dovesse trovarsi a gennaio ancora nelle posizioni di vertice del torneo spagnolo, ecco che il centrocampo, reparto che in effetti andrebbe ritoccato, si avvarrà delle prestazioni del «motorino» francese N'Golo Kanté, ingaggiato dall'Al Ittihad con un contratto da 23 milioni di dollari a stagione.

Qualcuno potrebbe obiettare sul fatto che l'Al Ittihad è saudita, mentre il City Football Group appartiene alla famiglia Bin Zayed degli Emirati Arabi. Vale la pena ricordare che da quando a Ryadh hanno iniziato a fare sul serio con la campagna acquisti pirotecnica, anche Emirati Arabi e Qatar hanno stretto un'alleanza con il principe bin Salman nell'intento di spostare sempre più gli equilibri economici del pallone dall'Europa al Golfo Persico. Guardate cos'è accaduto nei mesi scorsi al Paris Saint Germain: il nuovo allenatore Luis Enrique aveva inserito nella lista degli indesiderabili l'italiano Marco Verratti e il tedesco, ed ex campione del mondo, Julian Draxler. Difficile trovare una sistemazione in Europa a due calciatori che assieme guadagnano l'anno qualcosa come 14 milioni di euro.

In soccorso al Psg è arrivato il monarca del Qatar Tamim Al Thani, proprietario del club della capitale transalpina, che ha agevolato il passaggio di Verratti all'Al Arabi e di Draxler all'Al Ahly, entrambe formazioni di Doha. La manovra, che sfiora i 100 milioni di euro tra costi dei cartellini e ingaggi risparmiati, ha consentito al Psg di poter ingaggiare l'attaccante della nazionale francese Kolo Muani e Ousmane Dembélé dal Barcellona.

Sono giochetti che si svolgono, e che purtroppo si svolgeranno, alla luce del sole.

Non hanno all'apparenza nulla di irregolare, se non la spropositata liquidità degli emiri che di questo passo continueranno a dettar legge e magari, non è da escludere, cambiare anche i regolamenti con il «benestare» passivo dei vertici di Uefa e Fifa.

Ma non finisce qui: dopo 2 pareggi e una sconfitta la panchina saudita di Mancini traballerebbe. Il quotidiano Al Awsat non vedrebbe male un altro italiano, Antonio Conte.

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