Silvio Berlusconi, il signore del calcio: cosa ci lascia il Presidente

Il Presidente Silvio Berlusconi lascia un vuoto enorme anche nel mondo del calcio al quale ha dato tutta la sua competenza, umanità e capacità imprenditoriale: non solo vittorie, ecco perché una figura come la sua non esiste più

Silvio Berlusconi, il signore del calcio: cosa ci lascia il Presidente
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Silvio Berlusconi, oltre alla caratura e grandezza politica che ha cambiato la storia degli ultimi 30 anni, è stato il Presidente, con la P maiuscola, per i tifosi dell'Ac Milan che in milioni ne stanno piangendo la scomparsa. Il Cavaliere ha avuto una creatura che ha coltivato, innaffiato e fatta crescere con cura sin da quando la prese nel 1985: la società con sede a Milanello dai colori rossoneri. Oltre a riempire la bacheca con decine di trofei come abbiamo visto sul Giornale, l'eredità che ha lasciato al mondo del calcio è enorme e inquantificabile.

Cosa lascia Berlusconi

Mantenere una squadra del livello del Milan non è stata una passeggiata di salute in termini economici: la generosità di Silvio Berlusconi è stata incommensurabile dopo aver preso le redini di un club ormai finito e fatto rinascere. Poteva accontentarsi di vincere qualche titolo ma ha tenuto, e mantenuto, la società ai vertici europei e mondiali per tanti anni. I soldi, però, bisogna saperli spendere, non bastano grandi investimenti per ottenere grandi risultati e vittorie, lo sanno bene i presidenti di svariate società calcistiche che nonostante spese faraoniche hanno ottenuto un magro bottino. Da grande esperto di calcio quale era, è sempre riuscito a fare gli acquisti giusti con i mister giusti: uno su tutti Arrigo Sacchi che, come abbiamo scritto sul Giornale.it, lo considera "l'amico geniale al quale devo tutto" ma anche con gli uomini e i collaboratori giusti come Adriano Galliani dal quale non si separava mai.

Berlusconi lascia la presenza: molto spesso nel calcio attuale i proprietari sono lontani migliaia di chilometri dalle loro società, il Cav visitava spesso e volentieri Milanello, dispensava consigli ai suoi ragazzi, stemperava il clima con momenti di ilarità ma sapeva anche caricare la squadra prima di appuntamenti importanti. Sono numerosi i video storici in cui giungeva in elicottero, parlava con Paolo Maldini o Franco Baresi e altri grandi figure del Milan che fu. Quelle immagini sono negli occhi di tutti noi e testimoniano un amore straordinario che aveva, come detto all'inizio, per la sua creatura.

L'era delle cordate

Ogni tifoso del Milan (e non solo) riconosce che una persona così straordinaria abbia lasciato un'eredità calcistica che, in trofei, ha il numero 29 tra scudetti e coppe ma che ha dato un grande insegnamento imprenditoriale: se è considerato uno dei più grandi presidenti della storia di questo sport sarà anche per la visione sempre chiara che aveva, anche nei momenti di difficoltà. Probabilmente 20 anni fa era un'altra era calcistica rispetto all'attuale ma, certamente, fondi azionari e cordate, sceicchi e quant'altro non sono (e non possono essere) la stessa cosa di quando a guidare una società c'è un presidente nato a Milano e milanese, quindi, nel Dna (oltre che milanista).

Quel calcio è scomparso, o sta scomparendo, con i conti in rosso e il valore dei calciatori più che raddoppiato rispetto al ventennio scorso. Con Berlusconi è dunque finita anche l'era del presidente che mette i soldi di tasca propria quando, nel 2017, avvenne la cessione alla cordata cinese e le parole sempre lucide del Cavaliere. "Ancora grazie a tutti. Lascio oggi, dopo più di 30 anni, la titolarità e la carica di presidente dell'A.C. Milan. Lo faccio con dolore e commozione, ma con la consapevolezza che il calcio moderno, per competere ai massimi livelli necessita di investimenti e risorse che una singola famiglia non è più in grado di sostenere", scrisse lucidamente Berlusconi.

L'impresa del Monza

Dopo la cavalcata storica con il suo Milan, la passione per il calcio e la sua competenza lo fanno diventare, ancora una volta, visionario: acquista il Monza dalla Lega Pro nel 2018 su suggerimento del vecchio e caro amico Galliani vincendo il proprio girone e conquistando subito la promozione in Serie B dopo 20 anni di assenza. La mano del Cav c'è, e si vede: primo anno con una quasi promozione che arriverà nel 2021-2022 con la prima volta nella storia del Monza in serie A. Sotto la guida di un allenatore emergente, Raffaele Palladino, quest'anno ha chiuso il campionato con l'11° posto in classifica.

Il ricordo della gente comune

"Sono venuto apposta per Silvio: è stato un grande imprenditore e un grande presidente della mia squadra del cuore, il Milan. È una grande perdita per tutti noi. Berlusconi è stato un visionario, un grande uomo", ha dichiarato all'AdnKronos un uomo giunto in bicicletta davanti all'ospedale San Raffaele dove si è spento questa mattina.

Sul web sono centinaia i messaggi di cordoglio di questo tenore: la riconoscenza di un uomo vicino alla gente e alla sua squadra, non soltanto una "macchina" per fare soldi e ottenere vittorie: Berlusconi ha sempre trattato il Milan come un figlio, la sua creatura.

Silvio Berlusconi e il suo Milan

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