Con l’arrivo di Luciano Spalletti alla Continassa si chiude la più breve telenovela di questa stagione di Serie A. Dopo l’esonero a sorpresa di Igor Tudor, sarà proprio l’ex Ct della Nazionale a prendere la guida della Juventus in corsa, giocandosi l’estensione del contratto in cambio dell’approdo alla Champions League per la prossima stagione. Ora che le voci della vigilia sono state confermate, può aprirsi il nuovo tormentone autunnale: come giocherà la nuova Juventus di Spalletti e come il nuovo tecnico rivoluzionerà le gerarchie dello spogliatoio. Vediamo quindi quali sono le varie opzioni e come potrebbe evolversi il modulo dei bianconeri nelle prossime partite ufficiali.
Accordo fatto, manca solo l’annuncio
Secondo le ultime voci arrivate da fonti vicine alla società torinese, l’accordo con Luciano Spalletti sarebbe già stato definito durante la partita contro l’Udinese di mercoledì sera ma buona parte delle clausole più importanti erano già state fissate in precedenza. Il contratto dovrebbe avere una durata di otto mesi ed una retribuzione di circa 3 milioni di euro più bonus: a quanto pare, la durata è stata una condizione fondamentale per la società bianconera, che sarebbe stata rifiutata da Mancini mentre Spalletti e Palladino avrebbero accettato questa formula. Il rinnovo automatico scatterebbe in caso della qualificazione alla prossima Champions League, estendendo l’accordo fino a giugno 2027: non è dato sapere se il contratto prevederà un aggiustamento in termini di salario o meno.

L’entusiasmo dei tanti tifosi juventini presenti alla Continassa dopo le visite mediche al J Medical indica quanto la decisione della società sia stata gradita alla tifoseria, che aveva più volte reso pubblico il suo scontento per le prestazioni dei bianconeri nelle ultime uscite. La squadra che accompagnerà Spalletti è quella di sempre: oltre al suo storico vice Domenichini, tornerà in bianconero anche Giovanni Martusciello, già presente alla Juventus come collaboratore di Maurizio Sarri nel 2019-2020. Spalletti lo conosce sia come giocatore all’Empoli che come collaboratore tecnico all’Inter dal 2017 al 2019, una scelta all’insegna della continuità e della sintonia nello staff.
Difesa a tre o a quattro?
I malati della tattica si stanno già lanciando in previsioni su come potrebbe cambiare la Juventus targata Spalletti ma, in realtà, nessuno sa esattamente cosa abbia in testa il tecnico di Certaldo. In passato, però, ha sicuramente preferito la difesa a quattro, sia con il Napoli dello scudetto che con la sua ultima Roma. Considerata la tenuta non ermetica della retroguardia bianconera, intervenire sulla difesa sarà sicuramente la priorità principale di Spalletti, magari recuperando giocatori finora trascurati e cercando di modificare lo stile di gioco della Vecchia Signora. Tudor aveva già provato la difesa a quattro contro il Como, con risultati disastrosi ma basta dare un’occhiata alla rosa per capire come questa potrebbe essere l’ipotesi più probabile.

Continuare a difendere a tre nonostante le assenze di due pezzi da novanta come Bremer e Cabal sarebbe poco pratico, visto che questo modulo spesso costringe Kalulu a coprire tutta la fascia come esterno di centrocampo. Passare alla difesa a quattro consentirebbe all’ex milanista di concentrarsi sulla linea difensiva o come terzino destro o come compagno di Gatti al centro. Se la fascia sinistra sarebbe occupata da Cambiaso, rimarrebbero Kelly e Joao Mario a contendersi l’ultimo posto disponibile. Non una soluzione ideale ma, in attesa che ritorni a disposizione l’indispensabile Bremer, la speranza è che questo nuovo modulo riesca ad evitare le imbarcate viste nelle ultime uscite.
Centrocampo, l’incognita Locatelli
Risalendo la formazione, il dubbio principale riguarda la mediana a due o a tre: nel primo caso si parlerebbe di un 4-2-3-1 con Thuram titolare fisso e il perenne ballottaggio tra Locatelli e Koopmeiners per la seconda maglia. Se Spalletti dovesse preferire il 4-3-3, l’ex Ct della Nazionale potrebbe decidere di affidarsi al rientrante Miretti, mettendo da parte l’incostante Koopmeiners, almeno per il momento. Appena recuperato dal lungo infortunio, il giovane azzurro sarebbe ideale come vertice alto, quasi una mezz’ala, accanto al regista Locatelli e al fondamentale Thuram a dare solidità al reparto.

La questione aperta, però, sembra un’altra, ovvero il rapporto non idillico tra il tecnico toscano e Locatelli: la mancata convocazione del capitano bianconero all’europeo del 2024 è stato un colpo duro da digerire che ha lasciato parecchie ruggini tra i due. Se Spalletti ha poi richiamato il centrocampista in azzurro, non sono mancate le frecciate nei suoi confronti: quando Locatelli complimenta Gattuso, dicendo che è “una persona vera che ti dice le cose in faccia”, la stoccata è più che evidente. Vista l’importanza dell’ex milanista nello spogliatoio della Juve, ai due toccherà per forza trovare un modus vivendi per il bene della squadra e delle rispettive carriere.
Chi guadagnerà dall’arrivo di Spalletti
La speranza di molti tifosi è che l’approdo del tecnico di Certaldo alla corte di Madama serva per recuperare alcuni giocatori fuori dal progetto o che stanno rendendo molto meno di quanto visto altrove, a partire da Koopmeiners e Zhegrova. L’olandese, in particolare, sembra la brutta copia del giocatore determinante visto con l’Atalanta e potrebbe ritrovarsi se fosse spostato più avanti, con maggiore libertà di svariare, avvicinandosi alla porta. Visto il brutto momento, segnare qualche rete potrebbe aiutarlo a sbloccarsi e giocare con maggiore tranquillità. Nel caso di Zhegrova, difficile che, vista la grande concorrenza, possa diventare un titolare fisso ma la speranza di molti è che possa tornare a muoversi in area di rigore, dove ha espresso il suo calcio migliore.

Tra i più contenti dell’arrivo di Spalletti in bianconero non può che esserci Kenan Yildiz: se nelle ultime uscite il turco era sembrato a volte smarrito, la speranza di molti è che possa beneficiare di un modulo che valorizza le fasce. Oltre al dribbling fulminante e alla capacità di muoversi in spazi ristretti, Yildiz potrebbe diventare il Kvaratskhelia della Juventus, rientrando spesso verso il centro e cercando la rete da fuori. Ancora aperta, invece, la ricerca del centravanti, dove il ballottaggio a tre tra David, Vlahovic ed Openda vede in netto vantaggio il serbo.
Se il canadese ha finora deluso le tante aspettative, uno Spalletti paciere potrebbe ricucire la frattura tra Vlahovic e la dirigenza, consentendo al serbo di tornare ad esprimere le sue enormi potenzialità, anche solo per garantirsi una destinazione migliore alla scadenza del contratto che lo lega ai bianconeri.