Spalletti già in bilico. Che succederà martedì prossimo

Dopo la figuraccia contro la Norveglia gli Azzurri non possono più sbagliare. Lunedì la sfida con la Moldova, avversaria più che abbordabile, ma di questi tempi meglio non avere certezze

Spalletti già in bilico. Che succederà martedì prossimo
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Dopo la batosta con la Norvegia siamo già allo spartiacque per il commissario tecnico Luciano Spalletti. Un altro passo falso (ma anche mezzo passo falso) potrebbe costargli il posto. Due giorni appena per risollevare il morale a terra degli azzurri, in vista dell'impegno di lunedì sera con la Moldova. Gara ovviamente alla portata dell'Italia, e ci mancherebbe altro, ma viste come stanno andando le cose ultimamente meglio mettere da parte le certezze.

Gli Azzurri hanno gettato alle ortiche la possibilità di ottenere il primato nel girone, che garantisce l'accesso diretto ai prossimi Mondiali di calcio, così per evitare la terza esclusione dal torneo iridato, che sarebbe una vera e propria onta, dobbiamo aspettarci i playoff, sempre densi di insidie visti i precedenti: Svezia e Macedonia del Nord, che in tempi recenti ci hanno sbattuto fuori, sono un ricordo che fa anciora troppo male.

Archiviata la Moldova, con tre punti (si spera) in più, martedì Spalletti avrà un faccia a faccia con il capo della Federazione italiana giuoco calcio, Gabriele Gravina. I due faranno il punto sul da farsi. All'orizzonte Spalletti avverte dei segnali poco rassicuranti sul proprio conto. Ma essendo uomo di calcio sa bene che è normale. Quando le cose non vanno come devono andare il primo che salta, si sa, è sempre l'allenatore. Per le Nazionali è un po' diverso, perché quello del ct è un lavoro molto particolare, diverso dall'allenatore, che ogni giorno vede i suoi ragazzi e può inculcare loro schemi e mentalità oltre che lavorare in modo importante sul gruppo.

Un altro Mondiale senza Italia non è semplicemente ammissibile. Gravina lo sa bene e vuole fare di tutto per scongiurare questa ipotesi sciagurata. Fino ad ora ha difeso Spalletti, che ha ereditato la panchina azzurra dopo le dimissioni improvvise di Roberto Mancini. Ma le cose si sono messe male e non c'è più tempo da perdere.

Le altre nostre avversarie del girone non sono fulmini di guerra: Moldova, Israele ed Estonia sono assolutamente alla nostra portata. Ma nel calcio se non segni e per giunta prendi gol, è inevitabile che finisca nel modo peggiore di tutti, anche con avversarie tutt'altro che blasonate.

A questo punto che fare? Sappiamo che non accadrà ma proviamo a dirlo lo stesso. Perché non buttare in pista la grinta e la fame dei ragazzi dell'Under 21, facendo blocco con loro? I 2-3 elementi più forti dell'attuale nazionale maggiore potremmo lo stesso convocarli, ma la "svolta" sarebbe quella di puntare con coraggio su un gruppo giovane e affamato, per ridare slancio alle nostre legittime ambizioni.

I problemi da anni sono sempre quelli: tantissimi stranieri che giocano in Italia, pochissime opportunità per i nostri migliori talenti, soprattutto nei ruoli chiave. Ci giriamo intorno continuamente ma non cambia mai niente.

Potremmo provare a credere di più nei nostri azzurri più giovani dando loro una chance vera, non uno strapuntino, cercando di sfruttare la loro freschezza per scongiurare la terza esclusione dal torneo più importante del mondo. Se dovesse andare male almeno avremmo seminato per il futuro.

Ci pensino Gravina, Spalletti e tutti quelli che hanno a cuore il calcio italiano.

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