Pazza Inter: i momenti chiave e i protagonisti della stagione

Ripercorriamo i tanti alti e bassi della stagione dei nerazzurri, dal miracolo col Barça ai passi falsi inaspettati. Dalla insostituibile ThuLa ai calciatori irrinunciabili, ecco i top della stagione dell'Inter

Pazza Inter: i momenti chiave e i protagonisti della stagione


Le previsioni dei pessimisti cosmici, quelli che vedono sempre il bicchiere mezzo vuoto, si sono purtroppo avverate. Dopo la cavalcata trionfale dello scudetto della doppia stella, i nerazzurri hanno sfiorato il secondo triplete, fallendo su tutta la linea. La grande delusione dell'ennesima finale di Champions persa non fa che spargere sale sulle ferite dei tifosi nerazzurri, già provati dalla beffa scudetto, finito al Napoli del poco amato ex Antonio Conte proprio sul filo di lana.

Alla lunga la sagacia tattica di Simone Inzaghi e la forza mentale di un gruppo che non ha mai smesso di credere nella vittoria non sono stati sufficienti a superare i troppi passi falsi con le "provinciali" che hanno consegnato lo scudetto ai partenopei. Il turnover contro il Como non è stato sufficiente per superare il Psg di Donnarumma, che alza al cielo la coppa dalle grandi orecchie nel cielo della Baviera. Ripercorriamo il cammino pazzesco dei nerazzurri ed i protagonisti di questa stagione comunque memorabile.

Di riffa o di raffa, l’Inter va

Nel calcio ripetersi è sempre difficile, specialmente dopo aver raggiunto un traguardo importante come la doppia stella. Con i tifosi che mugugnavano dopo una sessione di calciomercato sottotono, il pareggio in trasferta contro il Genoa sembrava aver confermato le previsioni dei pessimisti. In realtà si tratta solo di un incidente di percorso, visto che l’agosto dell’Inter si chiude con il perentorio 4-0 inflitto all’Atalanta dell’ex Gasperini. Superata la pausa nazionali, però, ecco che si presenta uno dei fenomeni che caratterizzeranno la stagione dei nerazzurri: i passi falsi prima degli incroci di Champions importanti. L’1-1 all’ex Brianteo arriva infatti prima del fondamentale 0-0 all’Etihad contro il Manchester City di Guardiola ma l’Inter paga subito dazio in campionato, perdendo male il derby contro il Milan quattro giorni dopo. La regola si conferma il weekend successivo quando, prima di ospitare in Champions la Stella Rossa, i nerazzurri soffrono le pene dell’inferno al Friuli, superando con estrema fatica una pugnace Udinese. L’undici di Inzaghi si ricompone subito, asfaltando i serbi per 4-0 a San Siro ma non è un momento particolarmente felice della stagione: qualche infortunio di troppo rischia di causare qualche rallentamento ma l’Inter, pur senza convincere, riesce a superare di misura Torino, Roma e Young Boys. Il finale del mese d’ottobre viene animato dal rocambolesco 4-4 al Meazza nel derby d’Italia con la Juventus ma i ragazzi di Inzaghi si gettano subito alle spalle la delusione, vincendo in trasferta al Castellani per 3-0 contro l’Empoli. Di riffa o di raffa, l’Inter è sempre lì.

Inter Juventus delusione

Sulla carta il mese di novembre è da prendere con le molle ma i nerazzurri riescono a chiuderlo imbattuti, con l’acuto della vittoria in Champions contro l’Arsenal: in campionato, invece, arriva la mezza delusione dell’1-1 con il Napoli ma, dopo la pausa nazionali, l’Inter si scatena, rifilando una manita al malcapitato Verona per poi vincere senza strafare contro il Lipsia in Champions. Con la fine dell’anno dietro l’angolo, è ormai chiaro a tutti come la difesa ermetica dei nerazzurri sia la base del successo di una squadra che alterna prestazioni maiuscole a pause preoccupanti. Il mese di dicembre parte con il buon 3-1 con il Parma ma anche con la prima sconfitta in Champions, lo 0-1 subito alla BayArena contro il Leverkusen di Xabi Alonso. L’Inter scarica la propria frustrazione all’Olimpico sei giorni dopo, quando prende a pallonate la Lazio: un 6-0 che è l’inizio di un finale d’anno perfetto con quattro vittorie consecutive senza subire un solo gol. L’undici di Inzaghi si presenta a Riyadh con i favori del pronostico ma il quadrangolare della Supercoppa italiana riserva solo delusioni ai tifosi nerazzurri: dopo aver regolato facilmente l’Atalanta per 2-0, ecco che arriva l’ennesimo tonfo nel derby con il Milan, che vince in rimonta 3-2 e si porta a casa l’unico trofeo della gestione Conceiçao.

Inter Milan Supercoppa

La testa alla Champions

L’inizio del girone di ritorno è problematico: dopo la vittoria risicata col Venezia, arriva il 2-2 al Meazza contro il Bologna: in realtà l’attenzione dei meneghini è concentrata sulla Champions, dove l’obiettivo della qualificazione diretta agli ottavi sembra a portata di mano. L’Inter rischia di rovinare tutto nella trasferta a Praga, dove l’incrocio con lo Sparta si rivela più complicato del previsto ma l’1-0 è quello che serve per staccare il biglietto per gli ottavi. Una volta raggiunto l’obiettivo, le ultime settimane di gennaio vedono le nette vittorie al Via del Mare ed il perentorio 3-0 rifilato al Monaco a San Siro ma la fatica inizia a farsi sentire. Febbraio inizia con il pareggio nel terzo derby con il Milan ma il patatrac arriva quattro giorni dopo: il recupero di campionato della partita al Franchi sospesa per il malore ad Edoardo Bove è una battuta d’arresto pesante, uno 0-3 che potrebbe causare scompensi seri. La rivincita sulla Viola arriva subito, con il 2-1 al Meazza ma i nerazzurri non riescono ad evitare la sconfitta allo Stadium contro la Juventus. L’Inter si riprende subito, battendo di misura il Genoa di Vieira per poi eliminare per 2-0 la Lazio dalla Coppa Italia ma il pensiero corre inevitabilmente al big match contro il Napoli e all’andata degli ottavi di Champions contro il Feyenoord. Lo scontro al Maradona si chiude con un altro 1-1, con il duello a distanza con l’undici dell’ex Conte che continua a rimanere in bilico mentre la trasferta a Rotterdam vede tutta un’altra Inter, che batte facilmente gli olandesi con un netto 2-0.

Napoli Inter delusione

Con il momento chiave della stagione sempre più vicino, Simone Inzaghi riesce a mantenere alta la tensione nervosa ma non sono tutte rose e fiori. Il 3-2 con il quale i nerazzurri riescono ad avere la meglio sul derelitto Monza è un campanello d’allarme ma l’Inter si rialza subito, battendo nel giro di cinque giorni per 2-1 il Feyenoord e 2-0 l’Atalanta al Gewiss Stadium. Il ritorno dalla pausa nazionali è altrettanto positivo, visto che arriva il 2-1 contro una pugnace Udinese ma la testa vola inevitabilmente al doppio incrocio di coppa contro Milan e Bayern Monaco. Questo affollamento di partite importanti finisce per costare punti ai nerazzurri: tra l’1-1 coi rossoneri in Coppa Italia e la fondamentale vittoria all’Allianz Arena contro i bavaresi, arriva il pareggio a sorpresa al Tardini contro il Parma, due punti che a fine stagione pesano tantissimo. L’Inter gioca troppo, non può contare su alcuni giocatori chiave e, alla lunga, le ruggini si accumulano: il combattuto pari a San Siro contro il Bayern arriva prima della sconfitta al Dall’Ara contro il Bologna che riapre di colpo la corsa scudetto. Invece di reagire come sempre, l’Inter accusa il colpo, incassando due sconfitte dolorosissime: pochi giorni dopo il pesante 0-3 nel derby di Coppa Italia col Milan, arriva infatti l’inusitata sconfitta casalinga contro la Roma di Ranieri.

Inter Barcellona Lautaro Martinez

Proprio quando ti aspetteresti il tracollo, l’Inter riesce a trasformarsi, giocando nel giro di una settimana due delle prestazioni più memorabili degli ultimi anni. Si potrebbero scrivere libri sulle gare giocate al Montjuic e al Meazza contro il Barcellona del fenomeno Yamal ma, alla fine, dopo due gare costosissime dal punto di vista nervoso con ben 13 reti, la Beneamata stacca il biglietto per la finale a Monaco di Baviera. Il Napoli, incredibilmente, non se n’è ancora andato in campionato e l’Inter ha il merito di crederci fino alla fine: le vittorie contro Verona e Torino non sono spettacolari ma sei punti sono sempre sei punti. Peccato che, proprio quando i partenopei avevano offerto l’ennesima occasione per il sorpasso, la banda di Inzaghi venga ripresa in extremis dalla Lazio, giocandosi il tutto per tutto all’ultima giornata. L’Inter si gioca quindi due trofei in una settimana dopo una stagione estremamente faticosa. Inzaghi va contro ai suoi principi ed opera un pesante turnover nella trasferta con il Como di Fabregas: scelta sicuramente coraggiosa che paga i dividendi sperati. Anche se aiutata dall'espulsione dell'ex milanista Pepe Reina, l'Inter vince con un gol dell'evanescente Correa ma non può che applaudire il trionfo del Napoli. Alla finale di Monaco il compito di rendere questa coda di stagione meno amara e lanciare al meglio la rincorsa al mondiale per club.

L’insostituibile ThuLa

Mettendo da parte i risultati delle due partite che decidono la stagione dei nerazzurri, un modo di leggere i troppi alti e bassi dell’annata della Beneamata è vedere se Inzaghi poteva schierare o meno la ThuLa. Il fatto che Marcus Thuram sia tornato nell’undici titolare proprio prima della doppia sfida contro il Barcellona non è sicuramente un caso. I problemi all’adduttore dell’avanti francese sono stati una vera e propria iattura per l’undici di Inzaghi, specialmente considerato che il capitano Lautaro Martinez è ben lontano dalla forma migliore. La presenza o meno del 27enne figlio d’arte è stata la discriminante numero uno per i meneghini, visto che il suo contributo va ben oltre alle 18 reti e 9 assist che ha messo a referto. Quando Thuram non gioca, la media punti dell’Inter precipita da 2,2 punti a partita a poco più di un punto: il nazionale francese è davvero insostituibile, tanto da trasformare l’intero attacco dei nerazzurri.

Inter Monza Lautaro Thuram

Se Lautaro è importante anche all’interno dello spogliatoio come punto focale dal punto di vista emotivo, il francese è fondamentale nel convertire il gioco dei nerazzurri in gol. Quando manca, la media gol passa da 2,3 a solo 0,3 a partita, rendendo evidentissimo come il resto degli avanti a disposizione di Inzaghi non abbia vissuto una stagione memorabile. A tradire le aspettative che avevano accompagnato il suo passaggio dal Porto la scorsa estate è stato sicuramente l’iraniano Mehdi Taremi, mai del tutto integrato negli schemi dell’Inter. Il fatto che le sue reti siano arrivate nelle ampie vittorie contro Stella Rossa e Lecce, oltre alla sconfitta col Milan in Supercoppa è prova provata di come non sia mai riuscito a fare la differenza. Cosa dire, poi, del figliol prodigo Arnautovic? Sette gol e due assist in 25 partite non sarebbero nemmeno male ma le statistiche non tengono conto dei parecchi errori inspiegabili, talvolta a porta vuota o delle tante giornate perse per infortuni. Considerato come il Tucu Correa abbia vissuto l’ennesima stagione travagliata, Inzaghi si è spesso ritrovato senza opzioni. Il fatto che, nonostante tutto, l’Inter sia rimasta in gioco fino alla fine è testimonianza del gran lavoro del tecnico piacentino.

Inter Verona Arnautovic

I magnifici 5 di Inzaghi

Alla fine di una stagione con troppi alti e bassi, fin troppo facile concentrarsi su alcuni giocatori, dandogli il merito delle vittorie più importanti. La lezione che gli appassionati di calcio possono trarre da questa cavalcata è che non sempre è necessario avere super-campioni in rosa per cogliere risultati clamorosi. A parte il capitano Lautaro Martinez, pochi dei giocatori a disposizione di Inzaghi sono nel ristretto elenco dei giocatori per i quali le squadre più ricche farebbero carte false. La vera forza dell’Inter è sempre stata la solidità della rosa e la capacità di alcune seconde linee, dal nuovo arrivo Zalewski ad Asslani fino al panchinaro di lusso Frattesi, di fare la differenza al momento giusto. Ora che siamo arrivati alla fine della stagione, inevitabile provare ad individuare quali siano stati i protagonisti delle tante vittorie dei nerazzurri. Impossibile non partire da Yann Sommer, portiere arrivato senza grandi fanfare per prendere il posto di Onana e che si è rivelato determinante sia nel doppio incrocio col Barça che nel corso della stagione. Il fatto che la difesa nerazzurra sia stata una delle migliori d’Europa si deve in buona parte al contributo del portiere elvetico, talvolta capace di parate prodigiose.

Inter Bayern Monaco Sommer

Altrettanto importante il contributo dei centrali, con l’esperto Acerbi e Pavard che si sono spesso dati il cambio ma la vera sorpresa è stata il rendimento di Denzel Dumfries: dopo mesi nei quali il suo addio sembrava una certezza, l’olandese si è trasfigurato, mettendo una serie di prestazioni indimenticabili e diventando fondamentale negli schemi dei nerazzurri. Impossibile, poi, trascurare la mole di gioco fornita da Alessandro Bastoni, che, dopo un periodo non particolarmente felice, è tornato ad essere uno dei migliori difensori al mondo. Se il contributo di Calhanoglu e Mkhitaryan è stato spesso impagabile, il protagonista della mediana dell’Inter non può che essere Nicolò Barella: l’ex Cagliari, infatti, è il sogno proibito di tante grandi d’Europa. Impossibile trovare altri giocatori in grado di svolgere con altrettanta facilità le due fasi di gioco: quando è in giornata, Barella ti spunta fuori ovunque, pressando ossessivamente a tutto campo, recuperando palloni su palloni ma anche correndo come pochi. Non segnerà come altri centrocampisti ma senza i suoi inserimenti senza palla ed i suoi passaggi illuminanti, l’Inter sarebbe tutta un’altra squadra.

Inter Barcellona Barella

Il quinto giocatore irrinunciabile per questa squadra è sicuramente Federico Dimarco, le cui cavalcate e cross dalla fascia sono stati preziosissimi per i nerazzurri. Uno tra i pochi prodotti della cantera dell’Inter ad essersi guadagnato un posto in prima squadra, Dimarco ha avuto a che fare con diversi problemi fisici ma è sempre complicato da sostituire per Inzaghi. L’idolo della curva, tifoso da sempre, è da qualche tempo nel mirino delle grandi d’Europa ma sembra avere poca voglia di andarsene.

Dopo una stagione del genere, molti fedelissimi della Beneamata saranno ben lieti di vederlo ancora giocare con la maglia nerazzurra. Vadano come vadano le cose nella finalissima contro il Psg, questa Inter ha una rosa competitiva e, con qualche acquisto mirato, potrebbe facilmente rimanere ai vertici sia in Italia che in Europa.

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