Ultrà, Spalletti attacca Inzaghi: “Io rispondo a tutti ma so riattaccare”

Entrata a gamba tesa del tecnico toscano sui rapporti tra l'allenatore dell'Inter ed i capi ultrà nell'ambito dell'inchiesta sulle infiltrazioni criminali nelle curve delle due squadre milanesi

Ultrà, Spalletti attacca Inzaghi: “Io rispondo a tutti ma so riattaccare”
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L’avvicinamento alla partita dell’Italia allo Stadio Olimpico ha visto tornare di stretta attualità la vicenda relativa alle infiltrazioni criminali nelle curve di Inter e Milan. Il commissario tecnico Luciano Spalletti ha lanciato una frecciata al collega Simone Inzaghi, coinvolto nell’inchiesta per una telefonata tra il tecnico nerazzurro ed il capo degli ultras della Curva Nord Marco Ferdico. Le parole del ct azzurro rilasciate ai microfoni della Rai tagliano come rasoi: “Rispondo a tutti, anche ai numeri che non conosco, però poi so riattaccare”. Il fatto che queste dichiarazioni arrivino il giorno dopo l’udienza del tecnico dell’Inter nella Questura di Milano non è sicuramente un caso.

“Mai successa una cosa del genere”

Il commissario tecnico della Nazionale avrebbe preferito parlare delle scelte tecniche in vista della partita contro il Belgio che potrebbe mettere gli Azzurri sulla strada di una qualificazione in anticipo alle fasi finali della Nations League ma non si è tirato indietro quando i colleghi di Rai Sport, nella tradizionale intervista a poche ore dal calcio d’inizio, hanno voluto chiedere un suo parere sulla vicenda. La domanda, nello specifico, trattava delle difficoltà che un allenatore può vivere in situazioni poco chiare, dove è facile commettere errori. Il riferimento è chiaramente alle parole del tecnico piacentino dopo la conversazione con gli inquirenti come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta “Doppia Curva”.

Inter Torino Inzaghi

Vista la lunga esperienza sulle panchine dei club e i trascorsi proprio con l’Inter, il tecnico di Certaldo non si è tirato indietro. Pur senza mai citare direttamente il collega, la frecciatina nei suoi confronti è comunque evidente: Io posso raccontare quello che ho vissuto a Milano e non mi sono mai trovato a che fare con queste situazioni. Anzi, non mi è nemmeno mai successo durante tutta la carriera che qualcuno mi abbia telefonato per certe cose. E per questo l’ho trovata una cosa molto nuova, che mi ha sorpreso. Non lo so quali siano stati i rapporti precedenti, se uno non lo conosci penso sia difficile poter scambiarci delle parole. Io rispondo a tutti anche a quelli che non conosco, però poi so riattaccare e so continuare la conversazione con chi mi telefona”.

Una situazione complicata

Se l’entrata a gamba tesa del ct della Nazionale è sicuramente sorprendente, le reazioni alle parole del tecnico dell’Inter dopo l’udienza in Questura erano state contrastanti, tanto da causare più di una reazione. Dopo l’arresto di 19 persone per infiltrazioni criminali nelle curve delle due società milanesi, gli investigatori della Squadra mobile hanno ascoltato la deposizione del tecnico piacentino in un ufficio periferico per evitare l’assedio dei media, definendola “lunga, serena ed esauriente”. La sostanza, però, non cambia: Inzaghi ha parlato di “richieste” ricevute dai capi della Curva Nord ma ha dichiarato di non essersi mai sentito intimidito. La pietra dello scandalo è l’intercettazione della conversazione telefonica con Marco Ferdico nella quale il capo ultrà chiedeva ad Inzaghi di avere più biglietti per la finale di Champions League del 2023.

Questura Milano udienza Inzaghi

Per il tecnico nerazzurro queste conversazioni fanno parte dei rapporti normali con la tifoseria organizzata che, a suo dire, parlava con tutti, dall’allenatore alla dirigenza ma senza mai intimorire. Senza scendere nei dettagli dell’intercettazione del 26 maggio 2023, la vicenda biglietti aveva visto minacce di “sciopero del tifo” e, alla fine, si era risolta nella concessione alla Curva Nord di 500 biglietti in più, cosa che avrebbe consentito ai gruppi ultrà di fare un discreto profitto. Ad averla vinta, insomma, erano stati proprio quegli ultrà infiltrati dalla criminalità organizzata mentre l’undici di Inzaghi ha potuto contare su qualche centinaio di tifosi in più sugli spalti.

Le parole di Spalletti sembrano richiamare tutto il sistema calcio a rivedere i rapporti incestuosi con il tifo organizzato, a scanso di equivoci. Vedremo nei prossimi giorni se serviranno a scuotere l’ambiente o meno.

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