Calcio

Un weekend di trappole con il rumore dei nemici

L'Inter fa visita a Gasperini, la Juve alla Viola di Commisso. C'è il derby Salernitana-Napoli e quel Roma-Lecce

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Il conto aperto di Gasp contro l'Inter non s'è mai chiuso. La grande occasione della carriera, bruciata in un mese di sconfitte: 12 anni dopo ne parliamo come se fosse ieri. Alla storica rivalità dei fiorentini con la Juventus, Commisso ha aggiunto l'antipatia personale per gli Agnelli, manifestata più volte e non solo allo stadio. È il rumore dei nemici che ritorna e stavolta Mourinho non c'entra, anche se ripensando a chi ti ha tolto qualcosa di importante, domenica la Roma ospita il Lecce come nell'aprile dell'86, quando perse uno scudetto creduto vinto. Altro calcio, altro tutto.

Il secondo quarto di campionato comincia in modo importante, che può diventare pesante. Stasera la Lazio porta le 3 vittorie consecutive e le sue speranze di rimonta sul campo del Bologna, che non perde dalla prima e senza dirlo punta alla prossima Europa. Ma i test ad alta quota cominciano domani. L'Inter mette il primato in palio a casa Gasperini, la Champions può attendere, anche se martedì a Salisburgo potrebbe persino chiudere il girone. A Bergamo con la squadra migliore, soprattutto con la ThuLa, e l'opportunità di sfidare uno degli obiettivi falliti in estate, Scamacca, il primo dei colpi a vuoto sparati per sostituire Lukaku. Gasp se lo coccola e intanto mette in vetrina l'ennesima grande classifica della sua squadra, che subisce poco (terza difesa) e segna abbastanza (quarto attacco): il test vale per l'Inter, ma forse persino di più per l'Atalanta, che finora non ha battuto la Juventus e ha perso con la Lazio. La sfida può dimostrare quanto è grande. Sempre domani, prima di Atalanta-Inter, nel pomeriggio si giocherà Salernitana-Napoli e anche qui, a proposito di nemici, c'è poco da scherzare, quanto piuttosto da sperare che sia solo una partita di calcio. La questura ha vietato la vendita dei biglietti ai tifosi del Napoli residenti in Campania, ma la preoccupazione è alta.

La rivalità è fuori dal campo, ma anche dentro non si scherza: al presidente Iervolino non è andata giù che in estate il collega De Laurentiis abbia provato a soffiargli Paolo Sousa (poi ci ha pensato lui), mentre tutti ricordiamo come il gran gol di Dia (1-1 allo scadere) abbia costretto il Napoli a festeggiare lo scudetto in trasferta (anche se poi in realtà di feste ce ne sono astate almeno altre 2 anche allo stadio Maradona). Ma nessuno è più «nemico» della Juventus a Firenze. Per i viola, almeno per i loro tifosi, è la partita più attesa della stagione, come e più di una finale, anche se l'anno scorso la Fiorentina di finali vere ne ha giocate due. Allegri gioca dopo Inzaghi e chissà. Ha già sbancato casa Milan, battuto la Lazio e resistito a Bergamo. A Firenze aspettano Chiesa e soprattutto Vlahovic per contestarli, ma sono Kean e Milik a preoccupare Italiano. La Viola ne ha perse, e male, due di fila e non permettersi di scivolare un'altra volta, per di più in casa, sarebbero dolori.

E chi lo sente poi Commisso.

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