Mondo nel pallone

Wrexham, la favola della nobile decaduta gallese in Fa Cup

La Fa Cup, il torneo più antico del mondo, mostra la favola del Wrexham, squadra gallese militante nella quinta serie inglese che sogna in grande

Wrexham, la favola della nobile decaduta gallese in Fa Cup

Nello stesso turno, ai sedicesimi di finale di Fa Cup, va in scena la supersfida Manchester City-Arsenal, il meglio che il calcio inglese può offrire in questa stagione, a fianco alla favola del Wrexham. Società antica e piena di storia, nobile decaduta e ora desiderosa di rilanciarsi a partire proprio dal torneo dal lignaggio più remoto nel calcio contemporaneo.

La squadra della cittàdina del Nord-Est del Galles, al confine con la contea inglese del Cheshire, giocherà i sedicesimi di Fa Cup mentre milita in National League, quinto livello del sistema di campionati inglesi. Dopo aver vinto per 4-3 alla Cbs Arena di Coventry contro i padroni di casa, che giocano in Championship, il Wrexham si giocherà gli ottavi contro lo Sheffield United. Squadra a sua volta militante nel secondo livello del calcio inglese, retrocessa nel 2021 dalla Premier League e che la Fa Cup l'ha vinta quattro volte. L'ultima volta, però, nel lontano 1925.

Fondato nel 1884, il Wrexham sogna un ritorno nel calcio che conta. E mira a farlo anche grazie alla visibilità data dalla Fa Cup e dalla sua proiezione globale in termini di notorietà. Capace di rappresentare, non solo metaforicamente, il calcio della sua regione: i Dragoni Rossi hanno lo stesso simbolo e gli stessi colori sociali della nazionale di Cardiff, di cui nel Novecento più volte hanno rappresentato un architrave.

Sarà un nuovo appuntamento con la storia per il Wrexham, che per ottantasette anni ha militato nelle categorie professionistiche inglesi e per ventitre volte ha vinto la Coppa del Galles. E potrebbe diventare la prima società gallese di quinta serie a battere per due volte consecutive club di tre o più livelli consecutivi, qualora vincesse contro lo Sheffield. Il record inglese è del Lincoln City, che nel 2016-2017 batté al terzo turno l'Ipswich, ai sedicesimi il Brighton (entrambe di Championship) e agli ottavi il Burnley, militante in Premier League, arrendendosi solo all'Arsenal ai quarti. Solo dieci squadre di quinta serie hanno superato i sedicesimi di Fa Cup dal 1925, anno dell'ultima vittoria dello Sheffield e dell'ammissione della quinta serie al torneo, a oggi.

La Fa Cup è torneo di sorprese, capace di sparigliare. Ben otto vincitori, in un torneo estremamente competitivo, non erano membri della massima serie al momento della vittoria: Notts County (1894); Tottenham Hotspur (1901); Wolverhampton Wanderers (1908); Barnsley (1912); West Bromwich Albion (1931); Sunderland (1973), Southampton (1976) e West Ham United (1980).

Il Wrexham, guidato in campo dal centravanti veterano delle minors inglesi Paul Mullin e allenato dall'inglese Phil Parkinson, in quest'ottica, vuole portare avanti una favola "hollywoodiana". Nome degno della sua proprietà attuale, in mano agli attori Ryan Reynolds (canadese) e Rob McElhenney (statunitense), che sfideranno a distanza Abd Allah Al Saud, membro della famiglia reale di Riad proprietario dello Sheffield, in una partita simbolo della globalizzazione del calcio delle British Isles a ogni suo livello. La squadra ha vinto, sinora, sedici partite su sedici di quelle giocate in casa al Racecourse Ground, l'ex ippodromo fondato nel 1807 in cui gioca le partite in casa. Vuole fare filotto contro lo Sheffield e continuare il suo sogno.

Non sarà l'unica partita che, comunque vada, promuoverà tra le migliori sedici squadre della Fa Cup una squadra esterna alla Premier League. La sfida tra Blackburn e Birmingham City evoca, per i romantici del calcio inglese, sfide storiche della Premier degli Anni Novanta e Duemila. Mentre sarà calcio di periferia allo stato puro quello tra il Luton Town e il Grimsby. Tutto questo nello stesso turno di City-Arsenal.

A conferma della grande forza attrattiva di un torneo antico ma che continua a regalare grandi storie. Come non riesce più a essere, ai nostri tempi, la Coppa Italia. Torneo in cui l'unica grande favola resta quella del Vado, vincitore della Coppa Italia mentre militava in Promozione, la seconda divisione di allora, oramai cento anni fa. E in cui il palinsesto è appiattito, purtroppo, sulle solite grandi realtà.

Impedendo ai tifosi della periferia, salvo rarissime eccezioni, di sognare in grande.

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