La Lega Nord non vuole aiuti di Stato per la Fiat, ma non esclude interventi a favore di tutto il settore, da concordare con lUnione europea. A piantare paletti su quello che dovrebbe essere il prossimo intervento del governo dopo la riforma dei contratti è stato il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, che ha confermato la posizione del Carroccio, tradizionalmente poco disponibile a interventi ad hoc per il Lingotto. «Ci sarebbe la rivolta del popolo se ancora una volta si dovessero dare degli aiuti alla Fiat. Labbiamo pagata già tante volte per dover reintervenire e non si possono condividere i debiti e tenersi gli utili».
Quindi no a interventi che vadano solo a vantaggio del gruppo di Torino. Nei giorni scorsi lamministratore delegato Sergio Marchionne aveva segnalato i problemi del settore che «hanno ormai raggiunto una dimensione tale che il governo dovrà guardarli». Ma per Calderoli «le aziende devono essere considerate nel loro complesso. Noi abbiamo cercato di intervenire in aiuto delle imprese e quelle automobilistiche fanno parte delle imprese. Se ci deve essere una considerazione non sarà certo rispetto alla Fiat ma rispetto al mondo dellautomobile a livello europeo».
Una puntualizzazione in vista del tavolo convocato mercoledì a Palazzo Chigi dal premier Berlusconi, che non contraddice le intenzioni del governo. Perché al vertice «non ci sarà la Fiat da una parte e lo Stato dallaltra ma il mondo automobilistico a livello europeo e il governo», ha spiegato Calderoli.
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