Roma - Senatore Calderoli, solo il
14,5% degli elettori leghisti è «abbastanza
» favorevole alla nascita
di un soggetto unitario del centrodestra,
mentre l’85,5 si dice
«poco» o «per nulla» d’accordo.
È la conferma delle vostre perplessità?
«Assolutamente sì. Direi che è un
risultato in cui mi riconosco».
Però, il 68,8% degli elettori di centrodestra
vede con favore un partito
unico o una federazione.
«A parole, perché la gente a volte
ragiona in maniera pigra e indolente.
E quindi pensa sia più comodo
dover scegliere tra due soli
schieramenti piuttosto che trovarsi
davanti a un panorama articolato.
Poi, però, nei fatti le cose vanno
in modo ben diverso. Se questa esigenza
fosse davvero sentita, infatti,
al momento di andare alle urne
gli italiani si comporterebbero in
maniera ben diversa da
quanto in realtà fanno».
Intende dire che non disseminerebbero
i loro voti tra decine di
partitini dallo «zero virgola»?
«In primo luogo».
E poi?
«E poi ci sono le liste civiche. Che
spuntano fuori come funghi a ogni
tornata elettorale e che, badi bene,
prendono i loro voti. Insomma,
se davvero gli italiani sentissero
questa esigenza di semplificazione
credo che non avremmo davanti
agli occhi segnali così in controtendenza».
Allora hanno sbagliato Ds e Margherita
a lanciare il processo costituente
del Pd?
«Io non dico che sia sbagliato pensare
a una semplificazione
del quadro politico,
ma credo - da
spettatore perché
la posizione della
Lega resta quella
di sempre -
che il Paese
non sia maturo per un passo del
genere. Quanto al Pd, poi, mi pare
solo frutto del timore che cambi la
legge elettorale. È per questo che
hanno deciso di fare l’ammucchiata,
per paura. Se poi si arriva ad
approvare una legge elettorale
che non prevede ammucchiate, sono
pronto a scommettere che
ognuno tornerà a casa sua senza
battere ciglio. Sa qual è la verità?».
Mi dica.
«Che tutto ciò che ci sarà di unitario
lo sarà per motivi esclusivamente
strategici ed elettorali. Insomma,
per prendere voti. Ma il
punto è un’altro».
Prego.
«Prima di pensare a unificare partiti
diversi, bisognerebbe ragionare
su come uniformare i sistemi
elettorali. In Italia si vota in modo
diverso a seconda che si tratti di
europee, politiche, regionali o comunali.
Ecco, se la politica vuole
fare un servizio al Paese dovrebbe
ragionare su come razionalizzare
il sistema di voto. Solo dopo si può
pensare a fare altri passi».
La Lega resta contraria al partito
unico. Su un’eventuale federazione
siete più possibilisti?
«Guardi, in questa fase ha scricchiolato
ed è stata in dubbio la stessa
alleanza di centrodestra, figuriamoci
se è possibile pensare a
una federazione.
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