Cronaca locale

Il caldo fa le prime vittime: cinque anziani

I centro soccorso: «Impennata di chiamate, ne prevediamo oltre duemila»

Enrico Lagattolla

Le prime vittime del caldo, ieri. Due anziani, una donna di 80 anni morta nel proprio appartamento, e un uomo di 69, deceduto per un arresto cardiaco mentre camminava per le vie del centro. E poi altre tre persone, tutte sopra gli ottant’anni, trovate in casa senza vita dagli uomini del pronto intervento. Persone già malate che non sarebbero state in grado - sospettano i medici - di sopportare l’ondata di calore. E adesso, dopo la giornata più torrida dell’anno, è davvero emergenza. È un collasso a stroncare Lucia M., che vive sola nel suo appartamento al civico 70 di via Cilea. La segnalazione al 118 arriva dalla figlia, che - come ogni mattina - chiama la madre al telefono. Ieri, però, Lucia non ha risposto.
Verso le 15, gli operatori del pronto intervento arrivano sul posto. Dall’appartamento, nessun segnale. Saranno i vigili del fuoco, giunti poco dopo in via Cilea, a forzare la porta d’ingresso, e a trovare il corpo esanime della donna.
I medici parlano di «un calo di pressione». «Ma il caldo ha di certo contribuito», precisa Carmela Graci, del 118. «E del resto - raccontano i condomini che abitano nella palazzina - la signora Lucia stava benissimo, fino a ieri l’abbiamo vista uscire di casa, era autonoma».
La seconda vittima è un uomo di 69 anni, soccorso alle 11.47 di ieri in via Manara, alle spalle del Tribunale. Un arresto cardiaco, «inizialmente ripartito», spiegano dalla centrale del soccorso sanitario. In altre parole, l’uomo in un primo momento ha reagito, riprendendo i sensi. Poi, colpito da una seconda crisi, è deceduto in ambulanza mentre veniva trasportato al reparto di terapia intensiva del «Monzino», il centro cardiologico di via Parea. Dall’ospedale fanno sapere che l’uomo «soffriva di una cardiopatia dilatativa», una patologia cardiaca grave. Il cuore, in altre parole, era già compromesso. «Ma il caldo - precisa il responsabile del pronto soccorso - può essere stata la causa scatenante del decesso».
Perché al centro di via Parea, che è oltre via Mecenate e le tangenziali, se l’uomo è stato colto dal malore in pieno centro? «Mancano i posti letto negli ospedali - chiariscono dal 118 - e i pronto soccorso sono saturi». E così accade anche per l’unità di terapia intensiva del Policlinico, a poche centinaia di metri da via Manara, e per quella del Niguarda. Entrambe piene.
Ma la situazione è critica ovunque. «C’è un evidente aumento delle chiamate per richieste di intervento associate al caldo. A chiedere assistenza sono soprattutto anziani e cardiopatici, che denunciano forme di malore direttamente associate alle temperature elevate». Un’impennata. «Prevediamo di superare le duemila chiamate - spiegano in serata dalla centrale operativa del 118 - contro una media di 1.400-1.500 registrata nei giorni scorsi». Per far fronte alle richieste, il servizio di soccorso ha potenziato di sei unità il parco ambulanze, e a queste «se ne aggiungeranno altre sei nei prossimi giorni».
Dal centro cardiologico, intanto, arriva un altro dato che misura l’emergenza: tra il 15 e il 20 per cento l’aumento di ricoveri per patologie legate al caldo: scompensi cardiaci, disidratazione, cali di pressione.
«La situazione è allarmante». Non usa eufemismi Tiziana Maiolo, assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano. «Ma siamo pronti ad affrontare l’emergenza». E annuncia l’attivazione di un numero verde in accordo con le Asl per informazioni e urgenze. «Da tempo monitoriamo gli anziani bisognosi, e sappiamo che sono più di 5.000». E nel caso in cui qualcuno dovesse richiederlo, «lo trasferiremo temporaneamente in una delle tante case di riposo e nei centri ricreativi presenti a Milano». In più «aumenteranno le postazioni dei portieri sociali, che diventeranno 56, distribuiti in città nelle case Aler e in quelle di proprietà del demanio».
Alta tensione, la tregua dal caldo arriverà solo venerdì. L’Asl di Milano ha diramato il bollettino per oggi.

Il livello di guardia è lo stesso di ieri: «codice rosso».

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