La California fa guerra al foie gras Corsa a far scorte, vendite record

New YorkLa Peta, la potente lobby dei vegani e gli animalisti californiani ha vinto un’altra battaglia: da ieri in California è stata messa al bando la vendita di foie gras. I ristoratori e gli allevatori sono stati battuti a larghissima maggioranza al Senato e all’Assemblea dello Stato californiano anche se hanno fatto notare che danno lavoro a oltre 600 mila persone e che pagano miliardi e miliardi di dollari di tasse ogni anno. E anche i loro ricorsi nei tribunali sono sempre stati rigettati da giudici «animally correct».
Da ieri dunque anatre e pennuti affini della California hanno finito di soffrire e di essere torturati a morte per il foie gras, perché il divieto di venderlo e di produrlo, contenuto in una legge del 2004, e ritardato da appelli e petizioni, è ormai scattato. Guai a quei famosi e rinomati ristoranti di Los Angeles e San Francisco che cercheranno di servire piatti a base di fegato d’oca. E saranno guai anche per quei negozi gourmet che cercheranno sottobanco di vendere le ultime confezioni di patè che, soprattutto a Hollywood, fanno molto chic. Gli chef colti con le mani nel sacco e i proprietari degli store di generi alimentari dovranno pagare una multa di mille dollari. E, se recidivi, la multa diventerà di tremila dollari. Ma non è finita qua, perché se gli chef e i proprietari di «deli gourmet» (così si chiamano negli Stati Uniti i generi alimentari di lusso) saranno beccati per tre volte a servire o a vendere il fegato grasso alla francese scatterà in automatico la chiusura del locale.
Ai ristoratori non è servito nemmeno far notare che in California esiste ancora la pena di morte per gli esseri umani. Chi farà del male alle anatre e le torturerà mentre sono ancora in vita passerà guai, e il fatto che questo sia l’unico metodo per ottenere del foie gras gustoso e prelibato non costituirà una giustificazione. E così in questa settimana sui giornali, in televisione, su internet e soprattutto tra i forchettoni raffinati non si fa che parlare del bando e della fine del consumo del foie gras.
Dopo 80 anni si assiste alla nascita di un nuovo proibizionismo di Stato, che questa volta non riguarda l’alcol, ma il fegato alla francese. Il risultato è esattamente identico a quello degli anni Trenta: in questi ultimi mesi il consumo del foie gras in California è salito quasi del 50per cento. I buongustai hanno fatto incetta e si sono abbuffati di fegato estratto dalle povere anatre ingozzate a forza e ancora vive.
E anche i ristoranti si sono organizzati: quelli più famosi di Los Angeles e San Francisco hanno offerto per settimane menù che prevedevano anche sette o otto portate soltanto a base di fegato d’oca. Ad esempio, il rinomato Alexander Steakhouse di San Francisco ha proposto una cena con 8 portate da 185 dollari, garantendosi il tutto esaurito. Il menù prometteva tra i vari piatti, anche un cocktail al foie gras con vodka e il gelato di fegato francese.
Thomas Keller, uno dei più famosi chef tre stelle negli Usa, nel suo Bouchon di Los Angeles ha già sostituito il suo piatto più acclamato (il «biscuit dog») a base di foie gras con del fegato di gallina, ma il risultato è mediocre e critici e clienti facoltosi hanno già protestato.
Don Sherotter, proprietario del Palio d'Asti, famoso ristorante italiano di Los Angeles, invece ha lanciato apertamente sul Wall Street Journal un’idea per aggirare la regola: «Dobbiamo fare come il ristorante francese di Chicago, Cyrano Bistrot dello chef Didier Durant, che dal 2006 al 2008, quando il foie gras fu vietato anche in Illinois, lo serviva nel menù sotto falso nome.

I clienti ordinavano patate al forno, e sapevano che era foie gras». Ma la Peta ha reso noto che vegani e animalisti sono agguerriti: si aggireranno per i locali e controlleranno le portate, così i trasgressori non la passeranno liscia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica