Calo del greggio, l’Iran non ci sta

Prezzi scesi di 15 dollari al barile in due mesi e mezzo. Ora Teheran punta a farli risalire

da Milano

L’Iran sosterrà qualunque azione dell’Opec per riportare i prezzi del greggio a livelli accettabili dopo un recente calo. Così ha tuonato ieri il rappresentante permanente dell’Iran presso l’Opec, Hossein Kazempour Ardebili. I prezzi del petrolio sono crollati, passando dal picco di metà luglio vicino agli 80 dollari al barile a meno di 63 dollari per una serie di fattori. «La Repubblica islamica dell’Iran sostiene ogni sforzo dei membri dell’Opec per rafforzare il mercato del petrolio e far tornare i prezzi del petrolio a un livello accettabile e logico», ha insistito Ardebili, aggiungendo che il suo Paese è pronto «a sostenere qualsiasi sforzo» dei membri dell’organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio per fare risalire i prezzi del greggio, scesi in due mesi e mezzo di 15 dollari al barile dopo avere toccato un record di oltre 78 dollari. Il rappresentante iraniano, tuttavia, non ha precisato quali livelli ritenga adeguati.

Kazempour Ardebili ha inoltre sottolineato che le scorte di petrolio degli Usa «hanno raggiunto il massimo degli ultimi sette anni» e, conseguentemente, «vi sono degli sforzi di alcuni membri dell’Opec per ridurre la produzione di greggio al fine di prevenire una caduta dei prezzi».
L’Irna, l’agenzia di stampa ufficiale iraniana, precisa che questi membri sono il Venezuela, la Nigeria, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti,

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