nostro inviato a La Maddalena (Olbia)
La sintesi di una conferenza stampa fiume e per molti versi inattesa, Silvio Berlusconi la fa solo alla fine, quando a telecamere ormai spente gli si avvicinano pochi cronisti. «Dora in poi - dice - risponderò a tutti, colpo su colpo». Niente più filtri, insomma, niente più mediazioni o prove di dialogo. Tanto che ce n'è anche per il Corriere della Sera, già citato in quel di Danzica ma non nell'incontro con la stampa insieme a Josè Luis Zapatero al termine del vertice Italia-Spagna. Pubblicando documenti coperti da segreto istruttorio, spiega il Cavaliere riferendosi ai verbali di Tarantini, «si è comportato davvero malissimo».
Il primo summit internazionale all'Arsenale di La Maddalena orfano del G8, insomma, si trasforma nell'occasione per replicare senza esitazioni né omissioni alle accuse su veline e festini che da mesi rimbalzano sui giornali. Con senso dell'umorismo e senza perdere l'occasione della battuta, come gli riconosce lo stesso Zapatero. Eppoi, dirà a sera in privato, «venitemi a dire che non rispondo alle domande, che siano quelle di Repubblica o di El Pais». Già, perché ad aprire il fronte è il corrispondente da Roma del quotidiano spagnolo, che ricapitola le polemiche delle ultime settimane e chiede a Berlusconi se il fatto che sia «coinvolto in un giro di prostituzione» non sia «un danno per l'immagine dell'Italia». Il Cavaliere sorride: «Non è che è invidioso? Comunque, non si preoccupi: abbiamo molte turiste straniere che hanno già prenotato per il prossimo anno».
Il premier, però, non si ferma alla battuta ed entra nel merito delle obiezioni. «Un imprenditore di Bari, ormai noto, Tarantino o Tarantini, è venuto ad alcune cene facendosi accompagnare da belle donne, presentandole come amiche o sue conoscenti. Alzi la mano fra i colleghi qui presenti - dice - chi non pensa che sia più gradevole sedersi al tavolo circondato da presenze femminili gradevoli e simpatiche». Insomma, «è tutto una calunnia» perché «non esiste alcun giro di prostituzione». E ancora: «Mai versato un euro per una prestazione sessuale. Mai. La gioia e la soddisfazione più bella sono la conquista. Se tu paghi una donna, che soddisfazione può esserci?».
Poi, pur non nominandola mai, il premier ne ha anche per Patrizia D'Addario, la escort che ha testimoniato in procura a Bari di avere avuto una relazione con lui. «Un'unica persona - dice - risponderà ai giudici italiani. Sommando i quattro reati imputabili si arriva a 18 anni di reclusione...».
Il Cavaliere, dunque, non si sottrae. Affronta l'affaire Tarantini, il caso D'Addario e anche le polemiche sulle veline in lista. «Una menzogna», dice. «Abbiamo fatto un corso per giovani laureate che volevano diventare assistenti degli eurodeputati e ne abbiamo individuate tre con grandi capacità». Tutte elette, aggiunge, «le due al Nord con 40mila voti ciascuna e quella al Sud con 120mila». La strategia, insomma, resta quella dell'ultimo mese, pensata e ragionata durante l'estate passata ad Arcore: «Colpo su colpo». Tanto che al giornalista di El Pais risponde senza aggirare alcuna domanda. «Lei dice che non ci sono buoni rapporti con la Chiesa? Tutt'altro. Non c'è alcuno scontro, io e Gianni Letta ci sentiamo quotidianamente con i vertici della Chiesa». E pure all'ipotesi di dimissioni, ventilata sempre dal cronista spagnolo, la replica è decisa: per quanto riguarda i giorni trascorsi a Palazzo Chigi come premier, dice, sono «il recordman» visto che «sono arrivato a 2.500 superando i 2.497 giorni di Alcide De Gasperi». Conclusione, anche qui con chiosa ironica («visto che non me lo dice nessuno faccio da solo...»): «Credo di essere di gran lunga il miglior presidente del Consiglio dei 150 anni della storia italiana. Il mio gradimento è al 68,4%». Con unultima digressione su El Pais a cui riserva le stesse critiche fatte a Danzica a Repubblica: «Bisognerebbe aprire gli occhi e guardare la realtà senza essere faziosi, altrimenti c'è un calo di credibilità e questo significa calo di lettori e di copie. Di questo passo si va a finire con il fallimento».
Il Cavaliere all'attacco, insomma, alla fine mette un po' in secondo piano il vertice intergovernativo tra Italia e Spagna. Nessuna polemica, spiegano sia Berlusconi che Zapatero rispondendo alle domande dei giornalisti, sulle donne dell'esecutivo spagnolo (querelle apertasi tempo fa). «Le donne - dice il premier - sono il regalo più bello che Dio ha dato a noi uomini. All'epoca dissi solo che adesso Zapatero non dovrà fare soltanto i conti con la propria moglie a casa ma con sei mogli nel Consiglio dei ministri. Una battuta ironica che voleva essere ed era di apprezzamento».
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