Cambi sesso? Allora sei costretto a divorziare

Alessandra era un uomo ed era sposato. Poi ha scelto di operarsi e l’anagrafe ora non riconosce più il suo matrimonio. I giudici hanno decretato la fine delle nozze: in Italia la legge non ammette l’unione tra persone dello stesso genere

Cambi sesso? Allora sei costretto a divorziare

«Non mi arrendo, non mi arrenderò mai. La battaglia non è ancora persa e ricorrerò in Cassazione». Alessandra è un trans obbligata dalla Corte d’appello a divorziare. La sua vita oggi è più complicata di prima, di quando lei era lui, di quando cioè era Alessandro ed era sposato. Poi la svolta, la scelta dolorosa e sofferta di cambiare sesso, di diventare donna, la moglie che decide di non chiedere la separazione, nonostante tutto. E tutto sarebbe rimasto così, uguale a prima, come se nulla fosse cambiato davvero, nonostante quella trasformazione evidente e palese. Moglie e moglie. E sarebbe ancora così se non fosse stato per un dipendente puntiglioso dell’ufficio dell’anagrafe di Bologna, dove i due coniugi hanno la residenza. Quando il dipendente si trova davanti a quello strano caso non ha dubbi: parla subito con i superiori, il caso è delicato e raro, il primo che l’ufficio bolognese si trova a dover affrontare. La decisione è drastica e dagli sportelli decidono che alla coppia di coniugi va cambiato lo stato di famiglia d’imperio, così da far risultare che i due nuclei familiari siano distinti seppur in coabitazione.

Una scelta che né ad Alessandra né alla moglie va bene. È a questo punto che inizia la lunga battaglia legale: da una parte ci sono loro, Alessandra e la moglie, che chiedono di restare sposati, nonostante tutto, nonostante il cambio di genere del marito. Dall’altra la legge sul divorzio e i Tribunali. Il primo round se lo aggiudica la coppia. I magistrati del Tribunale di Modena, la città dove la coppia si è sposata nel 2005 religiosamente e civilmente, danno ragione alle due donne: un funzionario dell’anagrafe non può cancellare un legame giuridico e dunque è necessaria una sentenza. Inizia il processo, le carte, l’accusa e la difesa. La sentenza dalla Corte d’appello di Bologna arriva un paio di giorni fa ed è uno schiaffo per Alessandra: i giudici hanno infatti sancito lo scioglimento del matrimonio perchè in Italia non vi sarebbe riscontro di un’unione tra persone dello stesso sesso. Gli avvocati di Alessandra naturalmente non vogliono mollare e invece di fare un passo indietro vanno avanti: «La Corte d’appello di Bologna- spiega il difensore di Alessandra, l’avvocato Michele Giarratano- non ha tenuto conto di nessuno degli argomenti sollevati in primo grado e che avevano portato alla giusta decisione del Tribunale di Modena». E secondo Alessandra il suo destino si giocherebbe sul filo di una parola, di una modifica avvenuta all’ultimo minuto. «La legge 164 del 1982 sul transessualismo- dice Alessandra- è stata modificata il 9 giugno scorso con una delibera del Consiglio dei ministri. Hanno modificato due articoli e, soprattutto, cambiato un termine dell’articolo 4, dove parla dello scioglimento del matrimonio». L’articolo in questione stabilisce che il cambio di sesso provoca lo scioglimento del matrimonio, «ma la parola “provoca“ è stata sostituita con “determina“». Una modifica che secondo Alessandra metterebbe paletti che prima non c’erano. Ma non solo, l’avvocato difensore spiega: «La legge di rettificazione di attribuzione anagrafica del sesso non prevede lo scioglimento automatico del matrimonio preesistente. La legge sul divorzio infatti prevede sì che il cambio di sesso di un coniuge sia causa di divorzio, ma solo su richiesta dell’altro coniuge e previa sentenza di un giudice».

E invece nel caso della coppia di Bologna questo non è successo, la moglie di Alessandra infatti non ha mai fatto nessuna richiesta di separazione. «E allora perché mi costringono a divorziare?». Il destino di Alessandra e della moglie lo deciderà la Cassazione.

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