Cambia la scuola E ora gli studenti saranno più liberi
29 Agosto 2005 - 00:00Alberto Giannino*
Fu Giovanni Gentile, filosofo dellattualismo, ministro fascista della Pubblica istruzione (ucciso dai partigiani nel 1944 dopo l8 settembre 1943), a varare lultima riforma della scuola italiana delle scuole superiori, nel 1924, che ha formato milioni di studenti e studentesse. Ora, dopo 80 anni, il ministro della Pubblica istruzione, Letizia Moratti, esponente del governo Berlusconi, ha modificato gli assetti della scuola italiana, elaborando una riforma della scuola che prevede linnalzamento dellobbligo scolastico fino ai 18 anni e mettendo, al centro della scuola, il processo educativo e formativo dello studente. Una innovazione pedagogico-didattica importante che mette in evidenza un diverso modello di concepire le finalità della scuola. Berlinguer, nella sua riforma, parlava di «addestramento», la Moratti, invece, parla di «educazione». Come si vede, due concetti antitetici e contrapposti che evidenziano la diversa concezione delluomo, della pedagogia, della scuola e della cultura.
La Moratti, mette al centro lo studente con i suoi bisogni educativi: lo studente non è un «caso», non è un «problema», ma una «risorsa umana», e soprattutto una «persona», come diceva il filosofo cristiano Mounier. Ed è una differenza di non secondaria importanza.
Per lex ministro Berlinguer, lo studente, doveva essere «addestrato»; una visione che risente del suo retaggio marxista che vuole unimpostazione materialista, tecnica e scientista della società e delluomo. Tutta la riforma del ministro Moratti ruota attorno al concetto di educazione, che deriva dal verbo latino «educere» (tirare fuori e condurre per mano). Ecco, gli insegnanti dovranno «tirare fuori» abilità, competenze e «condurre per mano» lo studente lungo il percorso di studi che sceglierà. Abbiamo visto che, oltre al liceo classico, scientifico, linguistico, artistico, ci saranno il liceo delle risorse umane, il liceo economico, tecnologico e musicale-coreutico.
Il ministro Moratti ha fatto poi delle innovazioni in alcune discipline: linglese verrà insegnato sistematicamente accanto a unaltra lingua comunitaria obbligatoria; inoltre ci sarà più spazio per le scienze motorie e sportive, per lo studio dellinformatica e della musica. Altre discipline potranno rientrare nellofferta formativa aggiuntiva prevista dalla Riforma. Il discorso dellobbligo scolastico (che da 9 anni passa a 12 anni) è fondamentale, perché lo studente potrà anche alternare scuola e lavoro, attraverso i passaggi previsti dalla Riforma tra listruzione (i licei) e la formazione professionale e viceversa. Lo studente potrà, infine, seguire stage e fare tirocini nelle aziende, senza necessariamente arrivare allEsame di Stato. In questo modo, si valorizzerà lo studente, le sue attitudini e le sue capacità ed egli uscirà dalla scuola con una qualificazione e una professionalità pronto per lingresso nel mondo del lavoro.
I docenti, che con il sistema della valutazione, dovranno «rendicontare» la qualità del lavoro svolto e presenteranno un piano dellofferta formativa di qualità, e non già di basso profilo. Stipuleranno con gli studenti un «patto formativo» che saranno tenuti a rispettare. Quindi, la libertà dinsegnamento contemplata dalla Costituzione, sarà garantita, ma allo studente verrà assicurata anche la libertà di apprendimento. In questo modo, si eviteranno manipolazioni della storia, indottrinamenti vari e si consentirà agli studenti, per esempio, di conoscere anche la filosofia cristiana (Agostino, Tommaso, Pascal, Rosmini, Maritain, etc.) e non solo alcuni filosofi come Cartesio, Giordano Bruno, Marx, Hegel, Freud e Nietzsche, come accade ora. Limportante prima era allevare una generazione di studenti materialisti e atei
Adesso, gli studenti, conosceranno, oltre gli orrori del nazismo, quelli del comunismo con i suoi 80 milioni di morti provocati da regimi autoritari. In conclusione, lo Stato, con la riforma del ministro Moratti, assicura il diritto-dovere allistruzione e alla formazione.
*Presidente Associazione docenti cattolici
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