Antonella, la compagna, s'è affacciata sulla terrazza e gli ha gridato: «Guarda che in stazione è successo qualcosa, cè del fumo bianco». Ma Antonio le ha risposto «Non vedo niente, fammi andare che faccio tardi», e s'è messo a pedalare. Antonio è così, non bravo, di più. Ma qui non cè mai arrivato».
Ernesto Massi, proprietario del panificio «Be mi tempi», scuote la testa nel suo laboratorio. Nel forno, da pochi giorni, lavorava il 51enne Antonio Farnocchia, uno dei fantasmi della strage di Viareggio. «Un amico da anni. Ha fatto il cameriere al Margherita, sul lungomare, ha fatto anche il pizzaiolo, e da giovane era un discreto pugile».
Antonio la notte del 29 era a casa con la compagna, Antonella Biancalana, in via Aurelia, dallaltra parte dei binari. Poco prima di mezzanotte ha baciato la sua donna ed è uscito per andare al lavoro. Poi è svanito. Letteralmente. Mai arrivato al forno, mai tornato a casa. E quando il fuoco degli incendi s'è spento, non ha lasciato nemmeno un corpo da piangere.
Antonella non si rassegna, lo vorrebbe vivo, sotto choc in qualche ospedale o chissà dove: «Non può essersi sciolto nel fuoco, almeno la bici l'avrebbero trovata», ripete nellangoscia. Ma i colleghi del panificio non sono ottimisti. «Si sarà fermato sul sovrappasso, a guardare quel treno deragliato proprio lì sotto. Quando s'è scatenato l'inferno ci si è trovato in mezzo, si sarà polverizzato», spiega Massimo Lucchesi, l'altro socio di Be' mi tempi. Ipotesi attendibile. La strada, brevissima, che Antonio doveva percorrere è proprio quella. L'orario anche. E un ferroviere avrebbe visto qualcuno in bici sulla passerella. «Doveva attaccare all'alba, ma gli avevo chiesto di cambiare il turno e di venire a mezzanotte, visto che un collega aveva un impegno. Labbiamo condannato», dice Ernesto con un filo di voce. Lo consolano Massimo e un altro ragazzo sporco di farina: «Se si fa una fine così, vuol dire proprio che si ha un appuntamento con la morte».
Un appuntamento su un cavalcavia, dieci metri sopra la cisterna che ha bruciato la zona della stazione. È lì che ancora lo cercano i soccorritori. Fino a ieri non era saltato fuori niente, solo cenere e detriti. «Oggi i vigili del fuoco hanno trovato una scarpa», spiega l'assessore al Sociale Vittorio Fantoni. Se è la sua scarpa, forse è tutto ciò che l'incendio restituirà di Antonio.
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