Roma

Cambia il «volto» di tre piazze

Giacomo Legame

Avanti, anche se non a tutto gas. Il maquillage delle piazze romane voluto dal Campidoglio prosegue, ma i progetti «pronti», completi di autorizzazioni e consensi, che presto dovrebbero passare in giunta per il placet alla realizzabilità sono solo tre: piazza dei Sanniti, piazza Sforza Cesarini e piazza di San Teodoro. A far alzare il piede dall’acceleratore, spiega lo stesso assessore capitolino all’urbanistica, Roberto Morassut, è la volontà che il nuovo look delle piazze cittadine sia deciso sì dal Campidoglio, ma con scelte che vengano condivise da tutti i protagonisti in campo, sia quelli «tecnici» che quelli che le piazze poi utilizzeranno: cittadini e negozianti. «Questa - spiega l’assessore - è una materia molto delicata, per la quale nessuna decisione può essere presa senza il concorso delle sovrintendenze che partecipano alla commissione delegata ad approntare i progetti, e senza un coinvolgimento della rete delle associazioni dei commercianti e dei residenti, in vista del voto del consiglio comunale». Così, il percorso per cambiare volto alle piazze si fa più lungo, e il restyling procede più lentamente. «Il piano dei salotti di cui qualcuno parla - prosegue Morassut - non ha alcun fondamento. Lo studio predisposto dall’ufficio Città storiche non ha ancora concluso la valutazione delle prescrizioni per l’uso dei materiali e per le indicazioni delle piazze dove destinare i salotti. Né può farlo». Nessun colpo di mano, dunque, ma la ricerca di una larga condivisione, temperando gli interessi di tutte le parti. Così Morassut ribadisce che «l’utilizzo di spazi pubblici ai fini della definizione delle aree per l’occupazione del suolo pubblico non è materia di una scelta tecnica, ma di una scelta politica». Pronta ovviamente a «valutare le esigenze comprensibili dei commercianti», comunque «subordinate al mantenimento e al rispetto architettonico delle piazze». Che il Campidoglio intende liberare, come tutto il centro, «dall’assedio delle auto», riconsegnando le piazze ai pedoni, e favorendo «il recupero filologico e gli assetti architettonici originali delle più belle piazze di Roma», conclude Morassut.

E i salotti? Potranno concorrere a questo obiettivo, «ma solo a condizioni molto particolari, con criteri rigorosi e che a oggi non sono affatto conclusi».

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