Cambiasso fenomeno goleador spinge Leo a caccia del sogno

Tutto nel nome della remuntada. Non sarà l’Inter dei sogni ma continua ad essere l’Inter del sogno. Leonardo ha fatto scuola: lui sogna e loro lo seguono. Due vittorie in due partite, Cambiasso che fa il fenomeno goleador(stavolta è stata doppietta) in attesa che si sveglino quelli veri. Remuntada a Catania senza far urlare: clamoroso al Cibali! Remuntada nel sentiero della classifica. Senza far pensare ai miracoli. Raccontano le cronache televisive che Leo ha urlato ai giocatori il risultato del Milan (perdeva) per spingerli allo schema vincente. È servito. Dando per buone le due partite da recuperare, ora i punti di distacco sono cinque: il Milan torna nel mirino. A dimostrazione che Benitez non aveva combinato guai, solo limitato i danni in un periodo di dissenso con la buona sorte e con uno spogliatoio bizzoso.
Leonardo ha lavorato sulla psiche di giocatori, ora dovrà lavorare sul gioco. Il Catania ha messo un po’ di tremarella alla gente nerazzurra, dopo averla assecondata, nel primo tempo, in una partita al limite dell’impraticabile: noia e desolazione nel gioco, zero movimenti senza palla, una compagnia di belle statuine. Poi qualcuno deve aver stappato il tappo ed è stata gazzosa, se non champagne. Partita più vera, occasioni per tutti, Castellazzi che para e miracola, errori in quantità industriale. Inter dapprima alle corde per il rullare prepotente dei siciliani, Maxi Lopez con il maggior numero di errori, finché non ha concretizzato l’assist gol che Gomez, bel diavolo, ha cacciato in gol.
A quel punto l’Inter ha ritrovato tutta la cattiveria e determinazione agonistica, gli attaccanti hanno continuato a sparare colpi a salve (un problema se Milito non si sveglia), Cambiasso ha sparato gol devastanti sul filo del fuorigioco.

La sua testolona rapata è un randello, il piede un uncino. E l’Inter ha mantenuto la prerogativa di questo campionato: nei minuti dal 63’ al 79’ ha segnato 10 gol. Come prima, più di prima: ti stritola quando la fatica avanza. Come direbbe Leo: tutto merito di Mourinho.

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