Gianandrea Zagato
Uno dei manager più apprezzati dallex sindaco Gabriele Albertini esce di scena. Il consiglio damministrazione di Sea accoglie infatti le dimissioni di Giuseppe Bencini che il primo cittadino di Milano, Letizia Moratti, aveva sollecitato senza nulla imputargli sul piano gestionale. Se ne va con anticipo di un paio danni sulla scadenza naturale del suo mandato e con una super-liquidazione per una «divergenza di vedute» sul futuro di Sea, dopo la fallita privatizzazione albertiniana.
E come da boatos sulla poltrona di presidente della società che gestisce gli scali milanesi di Linate e di Malpensa arriva Giuseppe Bonomi: pardon, ritorna Bonomi che, infatti, aveva già guidato Sea tra il 97 e il 99 - pilotando il lancio della Grande Malpensa - prima di passare alla guida di Alitalia e poi di Eurofly (da cui, ieri, si è dimesso).
Ma il successore di Bencini non ne eredita tutti i poteri: Palazzo Marino, che detiene l84,56 per cento di Sea, ha imposto lo sdoppiamento della carica e, quindi, a fianco del presidente - cui spettano le deleghe per i rapporti istituzionali, gli affari legali e societari e le relazioni esterne - spunta pure lamministratore delegato, cui sono stati conferiti «tutti i poteri e le deleghe gestionali e operative». Nuovo ad di Sea è Roberto DAlessandro, ex presidente di Agusta del gruppo Finmeccanica, che ha un curriculum manageriale di tutto rispetto in aziende di primo piano nazionali e internazionali.
Ma il tandem Bonomi-DAlessandro si trova a governare Sea in un momento delicato, vuoi per la guerra dei cieli tra Malpensa e Fiumicino, vuoi per quel piano industriale di Alitalia che non sarà certo indolore. Come dire: lo spoils system morattiano risponde a una logica, diciamo, operativa ovvero il Comune di Milano è orientato a fare il massimo sforzo per il rilancio dellhub di Malpensa. «I nuovi vertici si inseriscono nella logica di aiutare a far crescere tutto il sistema aeroportuale» sostiene appunto il sindaco.
Cè poi anche un risvolto politico: Sea è una delle più robuste società pubbliche del Nord - il bilancio 2005 si è chiuso con un utile desercizio di 40,8 milioni di euro e di 638,1 milioni di ricavi per il Gruppo - e Bonomi è uomo del Carroccio che difende lo scalo varesino come bandiera del Nord. Obiettivo politico chiarissimo per lavvocato ex presidente di Alitalia, tutelare gli scali di Sea nellambito del riassetto della compagnia di bandiera. Compito non facile ma neppure impossibile, con una Regione Lombardia che insieme alle altre Regioni del Nord punta tutto su Malpensa e reclama ad Alitalia «il rispetto degli impegni presi», tipo il trasferimento della base di armamento in Lombardia.
E anche in questo caso, se Alitalia decidesse di investire su Malpensa, laccoppiata Bonomi-DAlessandro sarebbe, dicono, di assoluto peso per dar corpo e sostanza a quel connubio vincente tra la compagnia tricolore e lhub milanese che, proprio questanno, ha raggiunto il record di passeggeri (quasi ventitré milioni) e un incremento di trenta compagnie clienti dello scalo.
Accoppiata Bonomi & DAlessandro applaudita dai sindacati, con Cisl in testa: «Attendiamo un nuovo ciclo gestionale caratterizzato da maggiori investimenti e da una riorganizzazione risanatrice». E mentre lUlivo reclama spieghe se «la sostituzione di Bencini» significa «un cambiamento di rotta per Sea», in Comune si discute delle nomine dei vertici degli enti pubblici e delle municipalizzate.
Incontro per chiudere la partita sulle poltronissime di Amsa, Sogemi, Milano Ristorazione e Milano Sport oltreché di istituti ospedalieri e fondazioni. Appuntamento con un metodo: «Valorizzare le competenze» e, aggiunge Mariastella Gelmini, coordinatore regionale di Fi, «anche salvaguardare un principio, quello della rappresentanza politica».
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