Camera, bocciata mozione di sfiducia a Calderoli

L'aula di Montecitorio ha bocciato la mozione di sfiducia per il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, presentata dall'Italia dei valori. Hanno votato a favore Pd e Idv. Contro Pdl e Lega. Il "terzo polo" si è astenuto

Camera, bocciata mozione di sfiducia a Calderoli

Camera - La Camera ha bocciato la mozione di sfiducia per il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli presentata dall'Idv dopo l’abrogazione del divieto di associazioni di tipo militare per scopo politico, finita nel cosiddetto decreto "taglia-leggi". Il provvedimento - secondo l'accusa - era di aver "salvato" dal processo per banda armata 36 camicie verdi. Hanno votato a favore Pd e Idv, contro il Pdl e la Lega; il "terzo polo" (Udc, Fli, Udc e Mpa) si è astenuto. Il governo era al gran completo in aula: il banco ad esso riservato nell’emiciclo era completamente gremito di ministri e sottosegretari. Quando la vicepresidente Rosy Bindi ha comunicato l'esito della votazione si è levato un applauso dai banchi del centrodestra. Calderoli ha ricevuto le congratulazioni dei colleghi di governo.

Perché la mozione di sfiducia Secondo l'Idv il ministro aveva mentito sul cosiddetto lodo "salva Lega": le norme che hanno cancellato il reato di associazione militare per scopi politici, entrate in vigore l'8 ottobre, che hanno estinto il processo a carico di 36 leghisti. Massimo Donadi, braccio destro di Di Pietro, spiegava che "il 3 ottobre il ministro della Difesa, attraverso il portavoce, rilascia una nota stampa nella quale dice che l'inserimento del reato di associazione militare tra quelli da abrogare è un errore materiale e che il suo ministero si attiverà immediatamente per ottenere la rettifica in Gazzetta Ufficiale".

Niente rettifica "A quel punto l'Idv nella stessa data presenta una richiesta di rettifica - prosegue Donadi - ma arriva l'8 ottobre e il governo non fa nessuna rettifica, per cui la norma entra in vigore e il reato viene abrogato. Il ministro della Difesa è stato perciò politicamente ingannato dal ministro Calderoli. Inoltre il consigliere Vito Poli, con un documento ufficiale del Consiglio di Stato, fa sapere che nel testo licenziato dalla commissione scientifica da lui presieduta questo reato non c'era, è stato inserito dopo al ministero della Semplificazione. Quindi - continuava l'Idv- una manina lesta lo ha inserito in un secondo tempo".

La difesa del ministro: non ho mai mentito Nel suo intervento in aula Calderoli ha detto che non ha "mai mentito al parlamento". Il ministro aveva accanto a sé il leader della Lega, Umberto Bossi, e il ministro dell’Interno, Roberto Maroni.

Calderoli ha spiegato che la scelta di abrogare il reato abrogare il reato di associazione militare di stampo politico - per il quale sono sotto processo 36 camicie verdi - "risponde a una scelta effettuata dal comitato tecnico incaricato della redazione dello schema di codice dell’ordinamento militare". Calderoli ha detto che "è di evidenza solare che la volontà di procedere a tale abrogazione non appartiene all’ufficio di cui sono responsabile quale ministro per la semplificazione normativa".

 

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