Camera, chi entra e chi esce in Lombardia

Poltrone in vista per la Moroni, Verro e Tremaglia

Aperte le urne è come l’ultimo giorno di scuola. Con i promossi, i bocciati e i rimandati. Quelli appesi al filo. Quelli che dovranno sottoporsi alla roulette russa delle decisioni dei big nazionali. Dal collegio da loro scelto, infatti, dipenderanno il destino e i prossimi cinque anni dei quasi-onorevoli, quelli che nelle tabelle sono finiti alla voce «primi dei non eletti».
In Forza Italia, collegio Lombardia 1, dovrebbero essere quasi una certezza le rinunce di Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto, come probabili quella di Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi. E allora fra i dieci deputati eletti, ci saranno anche Valentina Aprea (sottosegretario all’Istruzione nell’ultimo governo), Gaetano Pecorella (presidente della commissione Giustizia della Camera), Mariella Bocciardo e Dario Rivolta. In Lombardia 2, invece, le rinunce di Berlusconi e Tremonti faranno entrare fra gli undici eletti Paolo Uggè (sottosegretario ai Trasporti) e Pietro Testoni (responsabile Editoria del partito). In Lombardia 3 (dove sono passati in tre) la rinuncia di premier e vicepremier permetterà l’elezione di Chiara Moroni e di Antonio Maria Verro.
Tre i deputati della Lega nel collegio Lombardia 1: Umberto Bossi, Giancarlo Giorgetti (segretario della Lega Lombarda) e Paolo Grimoldi. Nel caso di rinuncia di Bossi, capolista in tutti e tre i collegi, spazio per Massimo Garavaglia). In Lombardia 2 gli eletti sono sei: Bossi, il ministro Roberto Maroni, Carolina Lussana, Davide Caparini, Giacomo Stucchi, Matteo Brigandì. Se Bossi rinuncia, paradiso per Lorenzo Bodega, sindaco uscente di Lecco. In Lombardia 3 due le poltrone: Bossi e Andrea Gibelli, capogruppo uscente alla Camera. Un filo di speranza (la rinuncia di Bossi) passa Giovanni Fava.
In Lombardia 1 per Alleanza nazionale rinuncerà certamente al posto Gianfranco Fini e forse anche Ignazio La Russa e il portavoce del partito Andrea Ronchi. Se sarà così i quattro eletti saranno Paola Frassinetti (ex assessore e ora capogruppo in Provincia), Riccardo De Corato, Pietro Armani (che però potrebbe optare per Lombardia 2), Pierfrancesco Gamba e Gian Paolo Landi. In Lombardia 2, oltre a Fini è possibile che rinunci anche Stefano Saglia. Dunque gli eletti potrebbero essere Mirko Tremaglia, Marco Airaghi e Maria Ida Germontani. Ma anche Germontani che in lista è seguita da Armani, potrebbe scegliere l’elezione in Emilia lasciando il posto ad Alberto Arrighi, fedelissimo della Destra sociale e del ministro Gianni Alemanno. Più semplice la situazione in Lombardia 3 dove, dopo la rinuncia di Fini, entrerà certamente Daniela Santanchè.
Spinosa la questione Udc, con l’elezione del leader Pier Ferdinando Casini e di Luisa Santolini che potrebbero sbarrare la strada a Bruno Tabacci.
Sul fronte dell’Ulivo lasceranno sicuramente la Lombardia Romano Prodi e Piero Fassino, consentendo così all’ex presidente della Rai, il margherito Roberto Zaccaria, e a Lino Duilio di agguantare una delle quattordici poltrone a Montecitorio. Posto sicuro per Enrico Letta, Vincenzo Visco, Erminio Quartiani, Pierluigi Mantini e per il capogruppo ds a Palazzo Marino Emanuele Fiano. Opterà per un altro collegio anche il líder máximo di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti.

Tranquilli Graziella Mascia e il segretario provinciale Augusto Rocchi, sarà ripescato Daniele Farina, portavoce del Leoncavallo. Oliviero Diliberto (Comunisti italiani) lascerà il posto a Pino Sgobio, Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi) a Marco Lion, Antonio di Pietro (Italia dei Valori) a Giorgio Calò.

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