Cronaca locale

CAMERE CON VISTA Sul Novecento A Palazzo Reale

Viaggio tra l’arte, la musica, il design e l’arredamento attraverso stanze dedicate ai vari decenni del secolo breve. Esposte venti opere del Cimac Luigi Settembrini: «Il Salone del Mobile è l’anello tra Milano e il mondo»

«Una mostra così non è stata mai pensata né prodotta», annuncia Claudia Gian Ferrari. La curatrice di «Camera con vista» non teme le iperboli. E le critiche di Sgarbi? «Risponderà la mostra. Sarà il pubblico a decidere sulla qualità del lavoro svolto», risponde.
Ma andiamo con ordine. È la prima volta che Palazzo Reale ospita un evento culturale legato al Salone del Mobile e per l’occasione è stato messo a disposizione un appartamento, al primo piano del palazzo, di 1.500 metri quadrati. Il concept, un viaggio stanza per stanza attraverso il gusto dell’arte e del design italiano, è firmato da Luigi Settembrini, un passato alla direzione della Biennale di Venezia e ora ideatore per Cosmit Eventi (fondazione culturale della società che organizza il Salone) di questa esposizione costata 850mila euro. «Per la prima volta il sindaco e l’assessore alla Cultura concedendo Palazzo Reale, hanno capito l’importanza del Salone del Mobile come anello tra Milano e il mondo», spiega conciliante Settembrini.
Oltre duecento i pezzi in mostra, tra dipinti, mobili e installazioni, per «un appartamento lungo cento anni», dal Divisionismo ai nostri giorni. Non solo: in ogni stanza, con l’allestimento minimale di Pierluigi Cerri, echeggerà una «finestra musicale» che ha caratterizzato il periodo. Come si comincia? Con l’aria «O mio babbino caro» di Gianni Schicchi di Puccini, che ispirò la colona sonora di «Camera con vista» di James Ivory. Si potranno poi vedere opere come «L’Annunciazione» di Savinio, «Piazza Italia» di De Chirico, collage di Mimmo Rotella. Tra le stanze più significative la camera 2, «Casa Balla a Roma», con mobili colore verde e giallo studiati da Balla per la sua dimora-studio futurista nel ’14; nella camera 6, dedicata al Novecento di Casorati e Campigli, ci sono gli interni realizzati da Gio Ponti per casa Marmont a Milano nel ’35. E poi la camera 7, dove nei mobili su misura di Portaluppi e Ulrich sono appesi gli abiti dandy di D’Annunzio. «Nel blu dipinto di blu» di Modugno si diffonde in una stanza, la numero 12, arredata con i pezzi di Zanuso e le opere informali di Crippa e Noveli. Nella 14 è invece la voce di Mina («Se c’è una cosa che mi fa impazzire») ad accompagnare la Pop art con i manifesti di Rotella tra vari oggetti di plastica, vero boom degli anni Settanta.
In mostra, anche pezzi provenienti dai depositi (purtroppo dimenticati) delle Civiche Raccolte d’arte di Milano: «Siamo riusciti ad esporre una ventina di opere di proprietà della città, che i milanesi non hanno mai occasione di vedere», spiega Claudia Gian Ferrari. E alle critiche mosse a proposito della selezione risponde: «Alcuni omissis sono stati inevitabili per motivi di spazio». È toccato a Manolo De Giorgi il compito di curare le ambientazioni. «La maggior parte dei mobili provengono da collezioni private perché le aziende italiane non hanno tenuto quasi nulla delle loro passate produzioni». Un peccato, visto che da semplice vassallo dell’arte, il design imparerà a dialogare (e a scontrarsi) con essa, fino a fondersi. Come accade nell’ultima camera in cui «Love difference» di Michelangelo Pistoletto appare come un grande tavolo con sedie provenenti da diversi Paesi del Mediterraneo, omaggio al multiculturalismo contemporaneo. L’opera è preceduta da due stanze dedicate al Nuovo Millennio e alle Nuove Generazioni, con artisti come Cattelan, che riproduce l’etichetta macroscopica del «Bel Paese», e Laura Favaretto, che in «Piedi pari» ritrae se stessa mente orina come un uomo (si prevede scompiglio...): «Metto le mani avanti - spiega Gian Ferrari -: sono la mia collezione privata (destinata al nuovo museo Maxxi di Roma, ndr), unita ad altre opere che mi sarebbe piaciuto avere. È una scelta di campo, una firma».
Camera con vista
Palazzo Reale
dal 18 aprile al 1° luglio
info 02-87.

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