Cameron come X Factor: «Le leggi? Facciamole scegliere on line»

La democrazia in stile X Factor sbarca a Westminster: sull’esempio del popolare talent show televisivo, il governo Cameron vuole permettere ai cittadini di decidere, tramite votazioni online, quali proposte di legge devono essere discusse in Parlamento. L’iniziativa ha tuttavia già sollevato una serie di voci critiche, da parte di chi sostiene che grazie al potere democratico di internet anche le proposte di legge più assurde o fanatiche - dall’abolizione completa delle tasse all’introduzione della pena di morte - dovranno essere oggetto di dibattito.
«Se si chiede alla gente se vuole pagare meno tasse, dirà sempre di sì. Se ci affidiamo alle petizioni online, ce ne saranno certe a favore di Jeremy Clarkson (un popolare presentatore televisivo, ndr) primo ministro o del riconoscimento ufficiale della religione del Jedi o di Darth Vader», ha dichiarato alla Bbc il parlamentare laburista Paul Flynn, membro della commissione per l’amministrazione pubblica, aggiungendo: «La blogosfera non è un’area riservata ai discorsi sensati. È dominata dagli ossessionati e dai fanatici e ci troveremo davanti a delle idee folli».
Secondo il progetto che verrà realizzato il prossimo anno, le petizioni online che su un apposito sito del governo riceveranno più di 100.000 voti verranno presentate a Westminster, discusse dai Parlamentari ed eventualmente trasformate in legge. A votare online per le proposte potranno essere soltanto i cittadini aventi diritto di voto e il governo potrà inoltre ignorare le petizioni più assurde o decidere di non dibattere temi già precedentemente discussi alla camera dei Comuni.
L’iniziativa fa parte di un più ampio sforzo del governo di coalizione di migliorare la trasparenza e la partecipazione diretta dei cittadini. Già durante il governo di Tony Blair, sul sito di Downing Street era stato introdotto uno spazio per le petizioni online, chiuso durante la campagna elettorale per le elezioni di maggio. La petizione più popolare allora era stata quella contro l’introduzione dei pedaggi nelle autostrade, che aveva raccolto 1,8 milioni di firme. Ora il sistema verrà ampliato e perfezionato in una nuova sezione del sito «Directgov», il portale online dei servizi pubblici.


Nonostante i ministri insistano a volere più partecipazione da parte del pubblico, secondo alcuni critici iniziative come queste, parte del progetto per la «Big Society» di David Cameron, altro non sarebbero che trovate mediatiche mirate a sviare l’attenzione dai tagli alla spesa pubblica. Tra le «trovate», ci sono l’elezione diretta del sindaco, come già accade a Londra, in altre 12 grandi città ed il voto sulle tasse locali, con la possibilità di apporre il veto agli aumenti.

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