«Politici regionali che si dicono contrari a un libro che, per loro stessa ammissione, non hanno letto; ministri che prendono le distanze da un dibattito che non cè ancora stato. La polemica scoppiata attorno alla partecipazione del sindaco Marta Vincenzi alla presentazione del libro Camicette Nere di Annalisa Terranova ha dellincredibile e sarebbe persino ridicola se non fosse il sintomo di un metodo sconcertante che, in sintesi, definirei così: le opinioni senza i fatti». Fiorenza Mursia, leditrice del libro che ha sollevato lo scandalo perché presentato domani a Genova durante un convegno con Marta Vincenzi, non usa mezzi termini per giudicare le critiche di parte di Rifondazione, e dei Comunisti Italiani.
«Sarebbe bastato leggere il libro per scoprire che si tratta di un serio e documentato saggio che racconta, per la prima volta, il percorso umano e politico delle donne della destra italiana da Salò ad An - incalza Mursia -. Sapevamo tutto del movimento femminista, poco o niente sulle donne di destra. Questo libro ha colmato una lacuna e in tutta Italia ha aperto un dibattito tra donne di opposte appartenenze politiche ma anche tra le donne di destra. I libri servono a questo, a far circolare idee e a far discutere. Da cinquantanni la mia casa editrice pubblica libri che fanno discutere. Trovo grave che ancora oggi qualcuno pensi che esistano argomenti proibiti. Se oggi sono le Camicette Nere domani che cosa sarà?».
Per questo leditrice non ha problemi ad applaudire la scelta della discordia. «Esprimo tutta la mia gratitudine al sindaco Vincenzi che, accettando di presentare Camicette Nere, dimostra con i fatti che nel dibattito sulla storia di ieri e sulla politica di oggi non ci devono essere argomenti proibiti -. Credo che questa sua disponibilità sia la migliore testimonianza dello spirito democratico della città che amministra. Quanto a chi parla senza cognizione di causa manderò a mie spese una copia da leggere. Sono solo 135 pagine, se si sbrigano possono finire la lettura prima della presentazione».
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