Camici bianchi in aula Rossa a Palazzo Tursi. Sono quelli dei rappresentanti dei medici genovesi, che hanno protestato così, ieri pomeriggio, contro il decreto del pacchetto sicurezza che lascia a loro la discrezionalità del denunciare o meno un paziente immigrato clandestino. Circa una quindicina i presenti che, tra un camice e una mascherina, hanno portato in aula anche colorati abiti etnici e cartelli che proclamavano il loro «no», richiamando al diritto alla privacy e alla salute di tutte le persone. E il Comune di Genova non è da meno. L'assessore alle politiche sociali, Roberta Papi, rispondendo a una interpellanza presentata da Ermanno Pasero (Pd), ha messo in chiaro la posizione della giunta. «Siamo contrari - ha detto l'assessore -, soprattutto per il rischio che i clandestini non si facciano più curare negli ospedali, facendo aumentare il pericolo di infezioni e epidemie di malattie che per noi sono solo un ricordo». Il Comune, che prende distanza dal decreto sicurezza, si farà così sostenitore di qualsiasi iniziativa che Regione Liguria e Ordine dei medici vorrà portare avanti. Alcuni consiglieri di maggioranza e opposizione hanno chiesto di allargare il dibattito a tutto il consiglio, ma il presidente Giorgio Guerello, non ha potuto per regolamento accettare le richieste. Discussione sul decreto sicurezza, quindi, rimandata a data da destinarsi.
Ponte Caffaro. L'intervento su ponte Caffaro, alle spalle della via omonima, è tra le priorità di intervento per il municipio centro est. «Da troppi anni il ponte, in pieno centro città, è in una situazione di degrado - spiega Lorenzo Basso, Forza Italia -. Com'è possibile che il Comune non sia mai intervenuto?». Non è ancora del tutto chiaro da dove arrivino le infiltrazioni d'acqua: il ponte, ha spiegato l'assessore alla manutenzione, Elisabetta Corda, sorge sul vecchio acquedotto storico.
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