Como - Una camicia da notte bianca con bordini azzurri cifrato con le lettere BM; un fazzoletto bianco con bordini azzurri con la stessa sigla; due mostrine: una per polso e l’altra per braccio e un ritratto fotografico di Bruno Mussolini in cornice d’argento. Sono questi, con terminologia un po' burocratica, gli effetti personali del Duce persi - erano su un camioncino che si guastò - durante la fuga con fascisti e tedeschi finita poi con l’arresto del dittatore.
Dei reperti, conservati in una sorta di casa-museo, si parla in un ampio servizio pubblicato, in tre puntate da domani, da La Provincia di Como. Il contenuto del bagaglio personale di Benito Mussolini è finito nell’abitazione di Acquaseria (in provincia di Como), di fronte al lago, di Alberto Botta, già sindaco e consigliere provinciale del Msi e che non fa mistero di essere un appassionato del fascismo tanto da avere una casa piena di ritratti, cimeli, documenti e foto sul Ventennio.
In base a quanto raccontato nell’articolo, il materiale fu recuperato da una partigiana monarchica, Lidia Galli, su incarico della prefettura quanto Mussolini era già stato giustiziato.
Il duce portava sempre con sé la foto del figlio, in divisa da aviatore, morto in un incidente aereo a Pisa. Il materiale fu consegnato a un parroco e da questi a Botta che mette tutta quanto ha a disposizione per realizzare un Museo dei fatti storici del Lario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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