Caserta Era a Casal di Principe, il suo feudo storico: ma questa volta la rete di contatti, coperture e omertà non è bastata e Raffaele Diana, boss dei Casalesi, è finito in manette: gli uomini della squadra mobile di Caserta lo hanno sorpreso in un cunicolo. Era armato, aveva con sé pistole, munizioni e silenziatori, ma non ha fatto in tempo a opporre alcuna resistenza. «Ci ha fatto i complimenti», racconta Rodolfo Ruperti, il capo della mobile che per primo ha dato lannuncio dellimportantissima cattura: «È qui con noi, in questura».
Raffaele Diana, alias Rafilotto, 56enne di San Cipriano dAversa, è considerato uno dei capi del clan dei Casalesi, quello raccontato da Saviano in «Gomorra». Latitante già dal 2004 per associazione di tipo mafioso, omicidio e numerosi altri capi daccusa, Diana fu condannato allergastolo nel giugno 2008 alla conclusione del processo Spartacus, il procedimento che ha messo alla sbarra i Casalesi e nel quale sono state comminate ben 16 condanne allergastolo. Tra i destinatari del carcere a vita anche Francesco Schiavone, soprannominato «Sandokan», e Francesco Bidognetti. Diana non era inferiore per pericolosità ai due boss: la sua levatura criminale era del resto tale da farlo inserire nell elenco dei trenta latitanti «di massima pericolosità facenti parte del programma speciale di ricerca selezionati dal gruppo integrato interforze».
Il ministro dellInterno, Roberto Maroni, ha chiamato il capo della polizia, prefetto Antonio Manganelli, per complimentarsi per larresto.
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