Un esercito di mezzi e uomini, oltre novemila, per spegnere, o meglio ancora non far accendere, il fuoco nei nostri boschi. Parte oggi la campagna antincendi boschivi, che intensifica lazione di prevenzione e di intervento nei mesi più caldi dellanno. E ieri, nellhangar del Corpo forestale dello Stato, allaeroporto di Ciampino, il piano per lestate 2005 è stato presentato dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, dal capo della Forestale, Cesare Patrone, dal direttore della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, Guglielmo Berlasso, in rappresentanza delle regioni, oltre che dallammiraglio della Marina, Giovanni Vitaloni, e dal capo del Comando operativo interforze, comandante Filiberto Cecchi, perché anche le Forze armate mettono a disposizione mezzi e uomini per contrastare il fenomeno. Che riguarda tutta Italia, ma che negli ultimi anni ha colpito duro nella nostra regione. Il Lazio nel 2004 ha visto innescarsi 331 incendi, in gran parte dolosi. Un dato pari più o meno al 5 per cento del totale nazionale, ma il bilancio, per quanto pesante, è stato comunque migliore rispetto al 2003, vero «anno di fuoco» per il verde laziale con più di 8mila ettari andati in fumo, o al 2000, quando bruciò la pineta di Ostia.
E gli incendi boschivi, una «delle piaghe dellItalia», come ha ricordato Bertolaso, sono un fenomeno che può essere sconfitto, essendo frequentemente di natura dolosa o colposa. Non bastano, però, gli uomini messi in campo (novemila sono solo i Forestali), né i mezzi per controllare i boschi da terra o dal cielo (oltre ai 16 Canadair, questanno per spegnere gli incendi ci sono 4 giganteschi elicotteri Eriksson S64F, lunghi 27 metri e capaci di caricare in 45 secondi fino a 10mila litri dacqua) per non veder andare in fumo questo patrimonio del Paese. «Serve l'impegno di tutti, dal singolo cittadino, alle Regioni, allo Stato», ha insistito Bertolaso, invitando a «fare sistema» per «vincere questa battaglia». Un auspicio condiviso dal numero uno del Corpo forestale, Petrone: «Il punto cruciale - ha spiegato - è il lavoro di squadra: siamo finalmente sistema sotto il sapiente coordinamento della Protezione civile».
Insomma, lavorare insieme per risultati sempre migliori, dividendo le competenze ma evitando - ha ammonito ancora Bertolaso -, lo «scaricabarile». Quanto alle competenze, le Regioni coordinano gli interventi da terra, e allo Stato compete gestire gli interventi aerei. Ovviamente, nel gioco di sinergie, «sono fondamentali gli apporti dellEsercito, della Marina, dellAeronautica e dei vigili del fuoco, oltreché del dipartimento della Protezione civile», ha concluso Bertolaso. Ricordando che un ruolo importante ce lhanno però proprio i cittadini, che devono «contribuire nella prevenzione e nel monitoraggio del territorio».
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