La campagna dei berluscones: «Convinceremo i delusi Idv e Pd»

nostro inviato a Gubbio

Alla fine sul voto di fiducia potrebbe arrivare una «bellissima sorpresa». La formula la usa Renato Brunetta, ma alla Scuola di Gubbio la pensano tutti così. La nona edizione del corso di formazione voluto da Sandro Bondi è caduta in tempi difficili, ma gli esponenti del governo e della maggioranza che sono sfilati al Park Hotel dei Cappuccini si sono potuti concedere il lusso dell’ottimismo. Il primo è stato il ministro della Pubblica amministrazione. Brunetta non solo è sicuro che il governo otterrà una piena conferma, ma pensa anche che dal voto di fine mese (come data ipotizza il 28) potrebbe uscire una maggioranza un po’ più ampia rispetto a quella che fece nascere il governo Berlusconi.
Messaggio diretto ai gruppo Fli, ma anche a quei leghisti che ancora dovessero ancora preferire le elezioni. «La Lega - spiega Brunetta - si è chiesta con grande serietà cosa stava succedendo all’interno del Pdl». Ma adesso c’è «la volontà di tutti» di andare avanti. Brunetta tende la mano anche ai finiani. Parte da uno sfottò a Gianfranco Fini che ha criticato il governo per non avere fatto la riforma dei servizi pubblici, quando la legge è stata approvata e porta la firma di Andrea Ronchi, ma poi spiega che le altre misure le potranno concordare.
Anche Ignazio La Russa dice che «sarebbe un fatto di democrazia se ai numeri della maggioranza si aggiungessero per senso di responsabilità parlamentari di altri gruppi». Il ministro della Difesa non dice da dove potrebbero venire i voti aggiuntivi, ma auspica che permettano una maggioranza «leale e sincera». Denis Verdini, coordinatore del Pdl, azzarda l’arrivo di «molti delusi da partiti come l’Italia dei valori che sa solo offendere, così come nel Pd, in particolare i cattolici che non trovano all’interno del partito una posizione agevole». L’unica alternativa politicamente accettabile sono le elezioni, perché un altro governo diverso da quello scelto dagli elettori sarebbe «una maialata inaccettabile». Parole durissime contro Gianfranco Fini e i falchi di Fli. Secondo Bondi «ha una colpa imperdonabile. Con le sue iniziative ha inferto un colpo al cuore all’impegno positivo del governo e del partito».

Anche La Russa ricorda il suo addio al «generale» perché ha riconosciuto nel Pdl quella «buona battaglia» della eredità di Montecarlo. Gaetano Quagliariello, tra gli applausi, spiega che l’uscita di Fli è stata un bene: «Avevamo un cancro che ci avrebbe ammazzato».

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