«Una campagna di odio che fa male all’Italia»

«Una campagna di odio che fa male all’Italia»

Roma«Non tengono vergogna...». Silvio Berlusconi la mette così, a microfoni già spenti. E conferma, senza rettificare nulla, nonostante le azioni legali nei suoi confronti annunciate dal gruppo editoriale L’Espresso, il ragionamento al centro della querelle, espresso lo scorso 13 giugno a Santa Margherita ligure. Quando, ospite dei giovani industriali, ravvisò pure il rischio di un progetto eversivo contro di lui. «Non posso che ribadire quello che ho detto», rimarca il premier, a margine della conferenza stampa di presentazione del logo Magic Italy, messo a punto per richiamare sempre più turisti dentro i nostri confini. E aggiunge: «È masochista chi dà pubblicità a media che, a furia di parlare di crisi, diventano essi stessi fattori di crisi. L’ho detto e lo ripeto, perché è vero». Punto.
Il Cavaliere, seduto tra il ministro Michela Brambilla e il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, si dice in ogni caso convinto che bisogna rilanciare l’immagine dell’Italia, anche per «rimediare» a una «campagna, alimentata dall’odio e dall’invidia personale, che certamente non fa bene al Paese». E coglie l’occasione per annunciare uno dei punti chiave presenti nel decreto legge fiscale allo studio. «Stiamo lavorando con il ministro Tremonti per mettere a punto il decreto legge» che sarà esaminato al Cdm di domani, riferisce il capo del governo. «Non voglio fare anticipazioni - continua - ma ci saranno cose che a chi lavora faranno molto piacere, come la detassazione degli utili che si reinvestono in azienda». Insomma, «una specie di Tremonti ter».
Liberatosi, almeno per qualche ora, dal dolore muscolare al collo, motivo per cui ha annullato l’intervento previsto in mattinata all’Assemblea di Confcommercio («è immobilizzato a casa dal torcicollo che lo tormenta da tempo e che forse è qualcosa di più», ha spiegato alla platea Gianni Letta), Berlusconi ci scherza su. E nel pomeriggio, incontrando i giornalisti a Palazzo Chigi, esordisce così: «Oggi non si deve dire “meno male che Silvio c’è”, ma “meno male che c’è il cortisone”, perché altrimenti sarebbe stato impossibile» essere presente. Ma non finisce qui. A seguire, infatti, una nuova battuta, che si lega stavolta all’inchiesta giudiziaria partita da Bari e agli scatti effettuati dentro Palazzo Grazioli, sua residenza romana. «Non ho mai posto un limite ai telefonini, perché in mia presenza accadono solo cose normali, quindi si può fotografare, filmare e registrare», garantisce il premier. E qualcuno lo accontenta pure, visto che nel corso della conferenza stampa si distinguono flash non professionali, partiti da macchinette fotografiche o videofonini in mano ad alcuni presenti.
Archiviato il problema dell’acustica in sala («ci sono problemi con l’audio? Sapeste che problemi ho io con altre cose... », afferma, facendo un altro riferimento alle questioni extra politiche che lo vedono coinvolto), Berlusconi si sofferma sull’azione del governo portata avanti in favore delle zone terremotate. «Ieri (martedì, ndr) c’è stato un passaggio importante», cioè «è stato approvato il decreto sull’Abruzzo», grazie al quale «rifaremo com’erano L’Aquila e gli altri 48 comuni della regione. Anzi, io spero più belli di prima e, dal punto di vista sismico, soprattutto più sicuri».
In generale, «stiamo cercando di fare il nostro meglio», rivendica il Cavaliere, che ricorda come tre sere fa «abbiamo avuto un’altra scossa». Un evento sismico che ha azzerato i progressi ottenuti a fatica: «Avevamo un bel po’ di persone che si stavano spostando nelle case, ma adesso sono ritornati tutti nelle tende, dopo che 15 giorni fa avevamo dato il via libera».
Oggi, durante il nuovo sopralluogo nelle zone colpite dal tremendo terremoto dello scorso 6 aprile, «distribuirò migliaia di computer» e in futuro «nessuna università al mondo potrà offrire dei campus come quelli che stiamo costruendo» all’Aquila. Tra l’altro, «il nostro obiettivo è di portare altre Facoltà di eccellenza e aumentare fino a 15mila il numero degli studenti».

In merito poi ai lavori di ricostruzione in corso, Berlusconi aggiunge, sorridendo: «Praticamente sono io il direttore e, ritornando a un vecchio amore, tutte le settimane andrò in Abruzzo per risolvere ogni problema». E portare a termine «la sfida contro il tempo» che «abbiamo lanciato».

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