Campi nomadi Vietato entrare con le auto Telecamere all’esterno

È in vigore da ieri il «Regolamento per la gestione dei villaggi attrezzati per le comunità nomadi nella regione Lazio». Il provvedimento è stato firmato in mattinata e presentato nel pomeriggio dal prefetto Giuseppe Pecoraro, in veste di Commissario straordinario all’emergenza nomadi.
«Con questo regolamento - spiega Pecoraro - puntiamo a due obiettivi. A dare sicurezza ai cittadini attraverso campi attrezzati, dove c’è la possibilità di verificare le presenze. E ad avviare un percorso di integrazione attraverso i corsi di formazione al lavoro per gli adulti, e la scolarizzazione e la vaccinazione dei bambini». Ma il campo attrezzato, puntualizza il prefetto, «va visto solo come un passaggio, non può essere una sistemazione definitiva. La permanenza va limitata a 2 anni, salvo proroghe eccezionali».
Ad ogni nucleo familiare sarà assegnata una struttura abitativa del villaggio e consentito l’uso degli spazi comuni. Il regolamento disciplina poi le autorizzazioni per l’ammissione dei nuclei familiari. Nei villaggi potranno essere accolti cittadini italiani o comunitari in possesso di documenti, oppure extracomunitari con permesso di soggiorno, o persone in grado di dimostrare la permanenza in Italia da almeno 10 anni. Fra le regole da rispettar c’è al primo posto l’osservanza dell’obbligo scolastico, con il corretto esercizio della potestà genitoriale. Il regolamento demanda, infine, la gestione dei campi ai singoli Comuni, «con l’adozione della disciplina di dettaglio per i comportamenti da tenere all’interno». I controlli dovranno essere affidati a un presidio di vigilanza della polizia municipale, eventualmente affiancato da soggetti della vigilanza privata.
Diversamente dalle indicazioni della commissione sicurezza del Comune, Pecoraro ha cancellato ogni ipotesi di chiusura dei campi alle ore 22: «Mai pensato di limitare le entrate e le uscite - precisa - orari non ce ne saranno». Nessuna indicazione neanche su eventuali precedenti penali che possono limitare l’accesso e la permanenza nei campi.
A fianco del prefetto c’erano l’assessore Sveva Belviso per il Comune di Roma, l’assessore Fichera per la Regione, l’assessore Cecchini per la Provincia. La Belviso conferma quanto da noi anticipato ieri. Le famiglie nomadi dovranno pagare le utenze. Nei sette campi attrezzati di Roma (più gli altri tre da creare in futuro) la vigilanza sarà 24 ore al giorno. Tutti i componenti delle famiglie ospiti del campo saranno provvisti di un tesserino di riconoscimento completo di foto. Ogni insediamento, come si legge anche nel regolamento prefettizio, avrà un comitato di rappresentanza di 5 membri, che collaborerà con il Comune. Lungo le recinzioni, dove possibile, saranno installate delle telecamere. Inoltre «sarà vietato entrare con le auto nel campo, per limitare i rischi di ricettazione», aggiunge il presidente della commissione sicurezza capitolina, Fabrizio Santori. «Abbiamo già applicato questa regola al Casilino 900, con ottimi risultati», spiega.
Il regolamento ora c’è, quindi. Resta da chiedersi, però, quale sarà la fase di transizione. Che fine faranno, ad esempio, le vecchie coop sociali, finora costate montagne di quattrini? Le assegnazioni erano state prorogate dal V dipartimento fino al 31 gennaio. «Adesso il V dipartimento sta facendo nuove assegnazioni a trattativa privata - spiega Santori - La scadenza è il 31 agosto, per allora adegueremo le strutture socio-sanitarie al nuovo regolamento».

Il costo delle coop sociali, fra vigilanza e servizi vari, ammontava con Veltroni a 10 milioni all’anno. Le coop erano in numero spropositato. «Ora sono solo sette, una per ogni campo autorizzato - precisa Santori - ognuna costa il 30 per cento in meno».

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