Cronaca locale

Campi rom in affitto, il Comune detta le regole Il prefetto prepara la normativa sui nomadi. Prevede un canone per i maggiorenni e un «amministratore condominiale» E Palazzo Marino vuole il pugno di ferro: «No ai condannati, e al sindaco il potere di s

Un «affitto» da pagare per le aree demaniali occupate dagli insediamenti, un amministratore di campo incaricato di sbrigare le pratiche relative ai servizi, 3 anni al massimo di permanenza sul territorio cittadino. Sono queste le linee di indirizzo del regolamento sui nomadi a cui sta lavorando il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, commissario per l’emergenza rom. E il Comune è già pronto a chiedere una maggiore severità.
L’idea dell’affitto, nelle intenzioni degli amministratori milanesi è un incentivo all’integrazione e a una nuova «cittadinanza dei nomadi», con diritti e anche doveri: dovrebbe essere un euro al giorno per i maggiorenni. L’amministratore, figura inedita, servirà da collegamento fra gli abitanti del campo e le attività previste.
Il regolamento dovrà governare la presenza dei nomadi in città nei prossimi anni, e garantire entro pochi mesi gli obiettivi fissati dal ministero dell’Interno: campi regolari con servizi e condizioni igieniche minime, scolarizzazione dei minori, e ovviamente un controllo capace di assicurare decoro alla città e sicurezza alla popolazione. Lo strumento sarà pronto verso il 20 di gennaio. La prefettura ci sta lavorando in queste ore, e ha chiesto delle osservazioni di merito al Comune, che lo dovrà concretamente applicare.
Palazzo Marino chiederà una stretta sulle condizioni di permanenza dei nomadi. Il vicesindaco Riccardo De Corato, titolare delle deleghe sulla Sicurezza, ha già elaborato le sue proposte, su tre questioni. La prima concerne l’articolo 12: escludere la possibilità di permanenza nel territorio comunale a chi abbia riportato condanne penali anche in primo grado (non solo in giudicato) e anche prima dell’insediamento in città (non solo dopo).
Seconda proposta: escludere la possibilità che il campo possa ospitare gli arresti o la detenzione domiciliare di una persona sottoposta a procedimento o misure di carattere penale: «Sarebbe una presa in giro - annuncia De Corato - significherebbe tollerare un ambiente delinquenziale su cui invece non ci devono essere incertezze». Terza questione, la più importante: il potere per il sindaco, su segnalazione dello stesso prefetto o del questore, di smantellare i campi rom regolari (revocando l’autorizzazione) dove vivano però persone che abbiano commesso fatti delittuosi.
Le osservazioni saranno sottoposte al prefetto in un incontro già in programma nei prossimi giorni.

E De Corato annuncia un programma di nuovi sgomberi e di demolizioni, anche di strutture abusive nei campi regolari.

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