Campi rom fuori controllo ll Comune: «Più abusivi e i reati sono aumentati»

(...) Senza contare che criminalità e reati sono sempre di più. «È aumentata l’emarginazione e sono peggiorate le condizioni di vita - spiega l’assessore Mariolina Moioli -. La presenza invece di chi doveva garantire la legalità si è allentata». Non spetta al Comune il controllo della sicurezza, anche se - è convinta la Moioli - interventi sociali e rispetto delle regole devono andare di pari passo. «Rispetto alla situazione attuale, non c’è un regolamento adeguato. Per questo lo consideriamo uno strumento flessibile, da modificare. C’è un periodo di sperimentazione e in questo tempo ne verificheremo l’applicabilità».
Ma la questione della sorveglianza nei campi è delicata. Dal punto di vista della fattibilità giuridica, innanzitutto, ricorda il prefetto Gian Valerio Lombardi: è stato lo stesso Tar del Lazio ad annullare alcune disposizioni del regolamento dei campi nomadi. In base alla sentenza del tribunale, dotare gli occupanti di un badge di riconoscimento, costituisce una violazione della loro libertà di circolazione. «Ci sono dei dubbi sulla legittimità di una postazione stabile di polizia all’interno dei campi - continua Lombardi -. Sono comunità che non possono essere sottoposte a sorveglianza permanente». Sarebbe un po’ come mettere la polizia all’interno di un campeggio o di un albergo. «Non è che non si vuole, è che non si può fare», aggiunge il prefetto. È chiaro poi che le forze dell’ordine intervengono ogni volta che vengono chiamate. Nel regolamento è stato ipotizzato un gestore sociale ed eventualmente si può pensare ad una sorta di vigilanza privata. Ma si tratta pur sempre di strutture che vanno organizzate con azioni sociali e interventi sul territorio. «Stiamo lavorando anche su questo punto», assicura Lombardi. Il punto riguarda il progetto triennale di riqualificazione e messa in sicurezza delle aree nomadi regolari che il Comune ha presentato al prefetto e che è già stato inviato a Roma. Il piano prevede di mettere a norma il campo di via Idro trasformandolo in zona di permanenza temporanea, di chiudere i campi di via Negrotto, Bonfadini, Novara e gradualmente quelli di Triboniano e Barzaghi. Oltre a un programma di inserimento lavorativo per le famiglie e scolastico per i bambini. «Il Ministero metterà a disposizione della risorse importanti. Appena approverà il progetto, si farà la delibera», precisa l’assessore alle politiche sociali.

Tempi e azioni, in buona sostanza dipenderanno dalla cifra che arriverà da Roma e che potrebbe anche superare i dieci milioni di euro per tutta la Lombardia. Ma se questi fondi non ci saranno, cosa succederà con i Rom? «Arriveranno, arriveranno. E anche presto, magari già in autunno», promette Mariolina Moioli.

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