"Campi rom, tocca al Comune stabilire le regole"

Dopo le critiche dei partiti, la prefettura si chiama fuori: «Abbiamo fatto un favore, se il testo non piace lo cambino pure» Escluso l’utilizzo dell’esercito o delle forze dell’ordine chiesto da An: «È un’ipotesi da considerare solo in casi eccezionali»

Tocca a Palazzo Marino. Stabilire le regole sui campi nomadi della città. E poi gestirli. Non spetta alla prefettura, ma al Comune, e non saranno utilizzate le forze dell’ordine. Così il prefetto Gian Valerio Lombardi fa un po’ d’ordine nel caso-rom, dopo l’imprevista pioggia di critiche piovute sul suo regolamento nel corso dell’ultima seduta della commissione Servizi sociali del Consiglio comunale (e dopo l’attacco, più prevedibile, arrivato dal volontariato - soprattutto cattolico - e dal mondo delle Onlus riunite nel cosiddetto «Tavolo rom»). Per questo, in prefettura, l’irritazione per la «bocciatura» ha lasciato il posto ad alcune constatazioni: «Io ho fornito al Comune le basi su cui lavorare - ha risposto ieri il prefetto - il potere di migliorarlo e modificarlo è nelle loro mani, e peraltro è già previsto all’articolo 17 del regolamento stesso».
Nessuna dichiarazione polemica, dunque: «Il Consiglio comunale è un organo ricco di apporti - ha aggiunto Lombardi - mi fa piacere che il regolamento abbia suscitato un dibattito vivace fra i partiti. Mi pare comunque che l’emergenza si sia fortemente attenuata nel corso dell’ultimo anno, segno che è stato fatto un lavoro discreto». Nel palazzo del governo, comunque, è stata accolta con grande sorpresa la freddezza che pubblicamente anche la giunta ha riservato a un provvedimento che Lombardi ha scritto con la collaborazione del vicesindaco Riccardo De Corato, e dell’assessore alle Politiche sociali, Mariolina Moioli.
E oggi infatti De Corato scende in campo per difendere quel lavoro, e prende le distanze dalle critiche della sua stessa maggioranza: «Facciano quello che vogliono - dice il vicesindaco - il regolamento è quello. È facile criticare, più difficile trovare delle soluzioni. Se ci fossero state delle alternative le avremmo già prese in considerazione. Se dovessero proporle però le prenderemmo in considerazione, in giunta o in Consiglio». Una risposta simile a quella che la stessa Moioli ha riservato alla Caritas e alle altre associazioni di area cattolica: «Ci si deve mettere d’accordo e affrontare il problema». Anche perché il volontariato stesso era stato indirettamente coinvolto nella stesura del regolamento, nell’ambito di quella concertazione che ne aveva anche rallentato di qualche giorno l’emanazione. «Il nostro è un Paese democratico - ha detto Lombardi - presentino il loro ricorso attraverso i percorsi previsti». Ora, insomma, la prefettura si chiama fuori. Come dire: su richiesta di Palazzo Marino il prefetto ha fatto «un favore» al Comune predisponendo il regolamento in virtù dei poteri eccezionali che esercita come commissario straordinario per l’emergenza nomadi. Una corsia preferenziale che consente di derogare al normale iter istituzionale. Se ora in Comune vogliono ripartire dalla discussione in commissione e in Consiglio con il coinvolgimento dei vari gruppi e forze politiche «si accomodino». Ma la Lega con l’assessore regionale Davide Boni avverte: «Si cambia solo per inasprire». Niente da fare comunque per l’uso dell’esercito o delle forze dell’ordine.

Una richiesta che è arrivata anche dal capogruppo di An in Consiglio comunale Carlo Fidanza. In prefettura considerano l’impiego della polizia nei campi come un’ipotesi a cui ricorrere solo in casi eccezionali, per intervenire in situazioni in cui è in pericolo la sicurezza dei suoi abitanti.

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