Campionessa muore mentre va a cavallo Fu rapita dall’Anonima

Campionessa muore mentre va a cavallo Fu rapita dall’Anonima

È morta in sella al suo cavallo, mentre era impegnata in un’escursione nelle campagne del Varesotto. L’ex campionessa ippica Maria Sacco, 53 anni, se n’è andata così, sabato pomeriggio, probabilmente per un malore di origine cardiaca.
Ed è lutto nel mondo dello sport per l’improvvisa scomparsa della «regina di San Siro», una delle prime donne in Italia a ottenere la licenza di fantino, nel 1980.
Alle spalle una carriera di successi, Maria Sacco viveva a Milano dall’età di 18 anni, ma il suo ritorno puntuale, ogni settimana nella casa di famiglia, in quel di Spinetta Marengo (Al), aveva la precisione di un cronometro. Forte e sicura di sé e della sua padronanza in sella era dotata di grande coraggio e spirito di indipendenza.
Sabato pomeriggio la Sacco era uscita per un’escursione insieme a tre amici nelle campagne attorno a Golasecca, in provincia di Varese. Era in sella al suo cavallo, custodito nel maneggio «Il Castello», nelle campagne attorno al paese. Si è allontanata al galoppo e, quando i compagni hanno visto tornare indietro il purosangue senza di lei, hanno allertato i soccorsi. L’ex regina degli ippodromi era caduta di sella, colpita da un malore che ne avrebbe poi provocato il decesso. I suoi amici poco dopo hanno trovato il corpo senza vita, ai bordi del sentiero che stava percorrendo. Subito si è pensato al cuore. Negli anni scorsi, infatti, la Sacco era stata operata negli Stati Uniti per una stenosi aortica che potrebbe essere fra le cause del malore che l’ha colpita sabato.
Maria Sacco ha collezionato più di 600 vittorie in circa 6mila competizioni. Una luminosa carriera iniziata negli anni ’80. Ha montato cavalli di famose scuderie, da Federico Regoli a Enrico Camici ai cavalli di Mario e Gaetano Benetti e, dopo il ritiro dalle corse, aveva iniziato l’attività di allenatore pubblico con un selezionato parco di purosangue. Era stata fra i promotori del Comitato per la difesa dell’ippodromo di San Siro e a Milano, era nota anche per le sue battaglie per difendere dall’espansione urbanistica la struttura e le piste da allenamento di Trenno e Maura. Proprio grazie alle campagne promosse dal Comitato, nel 2004 il complesso dell’ippodromo di San Siro aveva ottenuto il vincolo a monumento nazionale con decreto del ministero ai Beni culturali.
Nel 1978 il dramma del rapimento, durato 108 giorni. Tuttavia, appena tornata libera, dopo il pagamento di un grosso riscatto, Maria aveva subito ripresa era subito tornata a correre sui suoi amati cavalli, facendo man bassa di vittorie e trofei. In occasione della sua operazione al cuore negli Usa, poi, aveva fatto sapere di aver perdonato i suoi rapitori, una banda di malavitosi calabresi.
Attualmente era Presidente del Comitato di San Siro, dove viveva nella sua scuderia. Sarà sepolta nella cappella di famiglia. Ma la sua anima galopperà nei cieli. Sorridente e burbera come sempre.
Poco più di un mese fa, il 26 agosto, era morta un’altra donna originaria del Piemonte e sequestrata da una banda di calabresi.

Si tratta di Alessandra Sgarella Vavassori, 52 anni. La sua scomparsa è avvenuta a poche ore dall’ arresto dell’ultimo componente ancora libero della banda che la sequestrò 14 anni fa: rimase nelle mani dei suoi rapitori nove mesi tra il 1997 e il 1998.

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