Cancellara piega Boonen nel Fiandre a eliminazione diretta

«Se Fabian sarà quello del Fiandre, ci sarà poco da fare anche alla Roubaix». Filippo Pozzato, fermo ai box da qualche giorno per una forma influenzale, guarda già alla corsa del pavé, ma dopo aver visto quello che ha saputo fare Fabian Cancellara nella classica dei muri, teme che domenica prossima si possa correre solo per il secondo posto. Dall’uovo di Pasqua non esce nessuna sorpresa. Dopo il forfait di Pozzato, due erano i grandi favoriti della vigilia: Tom Boonen e Fabian Cancellara. E questi due fuoriclasse hanno ampiamente ripagato tutti con una prova d’autore.
Il Fiandre di domenica è stato uno spettacolo da urlo, di quelli che lo sport regala di rado. Due grandi campioni che prima si cercano e poi si sfidano a viso aperto, senza esclusione di colpi. La scena madre sul Grammont, il Muro simbolo della classica fiamminga. A metà dello strappo, nel punto più duro, Cancellara accelera con la facilità di chi sa di vivere una giornata di grazia. Boonen cerca di rispondere, ma la sua bicicletta sembra diventare improvvisamente pesante come la pietra. Allo svizzero bastano 200 metri per far capire a tutti come andrà a finire. Così, dopo aver chiamato allo scoperto Boonen sul Molenberg, a 44 km dall’arrivo, una volta rimasti soli, l’ha giustiziato sul Grammont.
«Nel mio palmares c’erano già la Sanremo e la Roubaix. Sapevo che vincere il Fiandre significava rompere un tabù - ha detto Cancellara, 29 anni, svizzero di Berna, con genitori italiani, emigrati dalla Basilicata agli inizi degli anni Sessanta -. Ci sono riuscito in un modo speciale. Potevo arrivare allo sprint, ma a me piacciono le grandi imprese».
Uno svizzero non vinceva il Fiandre dal 1923: ci riuscì Heiri Suter in pieno ciclismo eroico. «Un domani potrei provare a conquistare anche Liegi e Lombardia ­ dice il campione olimpico della crono, e due volte iridato delle corse contro il tempo -. Prima, però, c’è la Roubaix di domenica prossima».


Per la cronaca, migliore degli italiani un giovanissimo e promettente azzurro: Daniel Oss, trentino dal fisico possente, giunto 28°. Ma la notizia è un'altra: davanti a cotanto spettacolo, più dolce è stata anche la sconfitta. Prodigi di campioni.

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