Cancellati quasi 270 voli all’aeroporto di Fiumicino

Cancellati quasi 270 voli all’aeroporto di Fiumicino

Prima l’agitazione di due giorni consecutivi dei taxi che ha messo in ginocchio mezza città, poi quella di ieri di 4 ore del trasporto aereo, proclamata dalla Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl contro il taglio di risorse per il comparto da parte del governo. Particolarmente difficile la situazione all’aeroporto intercontinentale di Fiumicino, dove tra partenze e arrivi sono stati soppressi più di 266 voli, la maggior parte dei quali della compagnia Alitalia (109) che da sola sull’intera rete nazionale ha cancellato 217 collegamenti. In parte ha funzionato l’effetto deterrente dell’informazione diffusa con largo anticipo, soprattutto tra i passeggeri italiani (che in alcuni casi hanno rinunciato a viaggiare, in altri sono riusciti a partire in anticipo o a margine dell’agitazione). Quelli, invece, che hanno avuto maggiori problemi sono stati gli stranieri in transito a Roma. Sorpresi dallo sciopero, infatti, hanno appreso la notizia che i loro voli erano stati soppressi (soprattutto per i voli in coincidenza da altri scali europei),solo quando sono giunti in aeroporto. Come è stato il caso di un gruppo di studenti cileni che doveva recarsi a Santiago del Cile via Madrid, a cui è stato cancellato il collegamento per Madrid. A fare le spese dell’agitazione anche una comitiva di turisti giapponesi, i quali, pur di rientrare a Tokyo, hanno anticipato di ben 5 ore la partenza, cambiando itinerario. Una protesta dura, dunque, di cui i rappresentanti sindacali si sono scusati, soprattutto con tutta l’utenza italiana che ieri è rimasta a terra, ma che era inevitabile.

«Una giornata nera, una risposta all’inadeguatezza del governo rispetto a una politica generale dei trasporti che manca nel nostro paese - ha spiegato il segretario nazionale della Filt Cgil, Mauro Rossi - Colpevole l’attuale governo e quelli che l’hanno preceduto, l’intero settore dei trasporti soffre di una mancata programmazione e questo sta creando problemi alle imprese e ai lavoratori. Da parte nostra c’è stata tutta la determinatezza di trovare un momento di confronto ma ci è stato negato».

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