
Hanno già un'etichetta. Sono gli espulsi. I cani problematici che gli ex proprietari non riescono più a gestire (o che sono rimasti senza casa perché il padrone è finito in carcere) e che, da anni ormai, occupano le celle del canile sanitario per effetto della loro condotta, sono "morsicatori di fatto o probabili". E soprattutto ingestibili. Siamo a Milano, ma potremmo essere in un qualsiasi altro canile lombardo o della Penisola. Il fenomeno è in costante crescita. Al canile sanitario di viale Forlanini (30 posti) gli animali dovrebbero sostare 10 giorni e poi alloggiare al rifugio attiguo in attesa di essere adottati. Il 90% di questi fa parte delle razze ingestibili (molossoide, pitbull, american Staffordshire, bull terrier, corso, dogo argentino, maremmano, malinois e relativi incroci), alcuni son qui da più di due anni. Al rifugio, che ha una capienza di 128 cani (al momento ve ne sono 133), più del 70% ha "disturbi del comportamento" che di fatto lo condannano a una vita da recluso. Il consiglio regionale lombardo ha approvato, nelle scorse settimane, una proposta di legge in Parlamento che stabilisce regole precise per regolamentare la gestione e la riproduzione di queste specie, al fine di "tutelare sia il benessere degli animali che delle persone". Primo firmatario è il leghista Roberto Anelli che ieri ha condotto un sopralluogo al canile insieme con il consigliere regionale Riccardo Pase (Lega) e con l'europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri. Presenti anche Elisa Cezza, rappresentante Anci nella Consulta regionale per la prevenzione del randagismo; l'addestratore Massimo Giunta e Fabio Maffioletti, dirigente veterinario di struttura complessa Ats.
Il fenomeno è problematico perchè nascono sempre cuccioli, incroci di queste specie, per alimentare una compravendita online. Chi li acquista, spesso ignora le difficoltà nel gestirli. E non esita a sbarazzarsene. Secondo l'addestratore Massimo Giunta, "i cuccioli sono educabili fino ai 5 mesi, da adulti consolidano le loro abitudini". Sono animali considerati feroci, non aggrediscono solo le persone, più spesso "feriscono altri cani con prognosi lunghe e danni permanenti". C'è poi l'aspetto della salute. "Sono abituati al contatto con le persone, soffrono della prigionia prolungata. Alcuni nascono da incesti e ciò ha ripercussioni sulla stabilità psichica". La soluzione? Il disegno di legge potrebbe esserlo. Partendo dalla lista delle razze pericolose, "che non è una check list ma una save list - ha chiarito Anelli - è introdotto il divieto di cucciolate improvvisate, al di fuori degli allevamenti, nonché la proibizione di vendere on line esemplari non certificati. Inoltre, è previsto l'obbligo, per chi vuole acquistare alcune razze, di un patentino da rilasciare dopo aver frequentato un corso teorico e pratico che insegni come gestirli e condurli in sicurezza. A fine corso vi sarà un esame alla presenza di due giudici Enci e di un veterinario comportamentalista".
Non sarà facile aggiudicarsi il patentino. Non basterà rispondere a due domande online ma occorrerà saper dimostrare che il cane risponde ai comandi. "Ci sembra un testo completo in ogni aspetto che ha come finalità il benessere fra le specie - ha spiegato l'istruttore - Si introduce l'uso della pettorina e del collare a strozzo che, al bisogno, abitua l'animale a contenere gli slanci aggressivi". Elisa Cezza, volontaria in canile e incaricata di Anci, ha riconosciuto che "la norma è un primo passo storico. Prima la gestione dei casi aggressivi era riservata agli addetti ai lavori, adesso siamo riusciti, grazie al consigliere Anelli e alla Commissione di Palazzo Pirelli, a coinvolgere la politica affinché legiferi su un problema che i Comuni non erano più in grado di affrontare".
La parlamentare europea Isabella Tovaglieri ha concluso ringraziando: "Ci vuole una struttura normativa adeguata. Gli animali non sono tutti uguali, la criticità è stata affrontata senza finto buonismo e ideologia, l'anticamera della discriminazione è pensare di trattare tutti allo stesso modo".