Canned Heat: «Giriamo un film per raccontare il vero blues»

da Londra

Sulle prime scene del film Woodstock si sente la voce stentorea del gigantesco Bob «The Bear» Hite stravolgere il vecchio classico blues Goin’ up the Country. È un pezzo indimenticabile della gloriosa storia dei Canned Heat, la più longeva boogie blues band di tutti i tempi. Una storia splendida (le collaborazioni con John Lee Hooker) e drammatica (le morti violente di Bob Hite e Al Wilson)che prosegue ancora oggi senza tentazioni revivalistiche. La band - di cui Adolfo Fito de la Parra è il Don Chisciotte - tiene centinaia di concerti all’anno, pubblica in questi giorni il bellissimo dvd antologico Boogie With Canned Heat, sarà protagonista del film biografico sul gruppo e a luglio passerà anche dall’Italia.
Canned Heat è un marchio duro a morire.
«Siamo ancora qui perché la nostra missione è quella di tutelare il vero blues dalle porcherie che oggi lo inquinano».
Anche senza miti come Hite .
«Bob era un simbolo, il suo canto un gemito che veniva dal profondo dell’anima. Non ho mai capito come una voce così flebile potesse uscire da un corpaccione come il suo. Wilson era anche uno studioso, ha contribuito alla riscoperta di personaggi come Son House. Se fossero vivi saremmo strafamosi e ricchissimi. Ma non sono questi i nostri obiettivi».
E quali sono?
«Con il blues prendere a calci la vita che a sua volta fa lo stesso con noi. Dai vecchi bluesmen abbiamo imparato a dare noi stessi per raccontare le emozioni. Il punto di partenza è lo stesso, anche ma i nostri suoni sono elettrici».
Cos’è il blues?
«Da un lato è un sentimento, dall’altro una semplice progressione di accordi, almeno sulla carta. Chiunque è in grado di suonare un giro di blues, ma senza anima non vale nulla. Ho visto musicisti classici perdersi dietro quei tre facili accordi. Il blues è John Lee Hooker, passato dall’acustico all’elettrico con suoni anarchici, inquietanti ma sempre radicati nel Mississippi. I dischi con lui sono stati il nostro viatico».
Come si fa a essere il gruppo più longevo della storia?
«Anche noi abbiamo fatto il nostro patto col Diavolo. Bisogna seguire i consigli del corpo che invecchia. Star lontani dalle droghe pesanti e bere sempre meno».
Nostalgia per il passato?
«Si, non c’è più il senso della comunità. Noi vivevamo insieme e ascoltavamo gli lp in gruppo, oggi si sta da soli con l’ipod. Poi rimpiango il suono degli lp rispetto a quelli freddi dei cd.


Quando uscirà il vostro film?
«Il prossimo inverno. Io sono il produttore e s’intitolerà The Story of Canned Heat. Ci saremo noi ma anche tanti attori. In luglio saremo in Italia e al ritorno uscirà un nuovo album, sempre all’insegna del blues naturalmente».

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