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"Cantammo Nella vecchia fattoria per stupire Arbore e Boncompagni"

Intervista quadrupla al famoso gruppo attivo da 53 anni: "Ma ancora sentiamo la nostalgia degli altri quando siamo lontani"

"Cantammo Nella vecchia fattoria per stupire Arbore e Boncompagni"

Ivano è l'autore, Silvano è colui che tiene alto il morale, Tiziano il paziente, Nik è «the voice». I Cugini di Campagna si raccontano a 360 gradi: dalla nascita della band («un tempo si chiamava complesso»), a quella sera in «Via Flaminia quando incontrammo Renzo Arbore e Gianni Boncompagni», alle passioni e alle qualità di ognuno («siamo complementari, altrimenti finiremmo a chitarrate...»). Ed ancora, il quartetto - reduce dal successo al Festival di Sanremo (la prima volta dopo 53 anni di carriera) svela il motivo delle zeppe che indossano. «Andammo dal calzolaio di Little Tony per essere alti tutti e quattro allo stesso modo».

Ivano Michetti, classe 1947, è il fondatore e chitarrista dei Cugini di Campagna insieme al fratello gemello Silvano (batterista). Formano la band nel 1970.

Ivano, come è nata la tua passione per la musica?

Ivano «A nove anni, ero cantore nel coro della Cappella Sistina. Cantavo nelle voci bianche durante il Pontificato di Giovanni XXIII. Ho iniziato così».

E come sei arrivato in Vaticano?

Ivano «Sono nato a Fontana di Trevi ed ero portato... a rubacchiare gli spiccioli. Ogni giorno, con una calamita, facevo su e giù per la Fontana, appropriandomi delle monetine. Racimolavo 20mila lire al giorno; parliamo degli anni Cinquanta, a quel tempo erano tantissimi soldi. Fino a quando, un giorno, mio padre mi chiese come facessi a portare tutti questi soldi a casa ogni giorno. E zac, mi sorprese con la calamita in tasca...».

E la Cappella Sistina che c'entra?

Ivano «Per riportarmi sulla buona strada... mio padre una mattina mi portò a messa, alla Madonna del Pozzo, nella Chiesa di Santa Maria in Via. Sentivo cantare i bambini, e mi aggregai a loro... da lì capii che potevo cantare con il coro delle voci bianche».

E poi che successe?

Ivano «Iniziai a frequentare il coro della Sistina. C'era mons. Domenico Bartolucci, compositore e maestro perpetuo della Cappella Musicale Pontificia Sistina. Devo tutto a lui. Capii che non solo mi piaceva, ma ero anche portato; cantavo anche la partitura. Intorno ai 15 anni scoprii i Beatles. Mentre guardavo la tv, sentii i Beatles cantare Twist and Shout. Di colpo, andai in camera di mio papà, aprii l'armadio, tolsi la fisarmonica oramai logora dalla polvere, e cominciai a cantare. E mi resi conto che sapevo suonare e cantare e mi dissi: vuoi vedere che posso fare il cantante? Tornai in Cappella Sistina e chiesi a mons. Bartolucci di insegnarmi tutto della musica. A 19 anni ero direttore d'orchestra».

E i Cugini?

Ivano «Il mio fratello gemello, Silvano, suonava la batteria con gli utensili da cucina. E subito ci siamo detti: ma perché non facciamo un complesso? Avevo saputo aumm aumm di una cena al Casale di Via Flaminia, a Roma, dove c'erano Renzo Arbore, Gianni Morandi, Gianni Boncompagni, tutta la cricca della casa discografica Rca. Allora andai dal proprietario chiedendogli di farci suonare quella sera. Mi rispose che non poteva pagarci, ma noi eravamo disposti ad andare anche gratis pur di farci notare».

E come andò?

Ivano «Andammo quella sera, entrammo nel Casale e cantammo a cappella, senza strumenti. Proprio come in Cappella Sistina. Intonammo Nella vecchia fattoria, arrangiata a modo nostro. Renzo Arbore e Gianni Boncompagni rimasero letteralmente a bocca aperta, sconvolti da questo nuovo modo di cantare. Era una grossa novità. Allora ci invitarono alla Rca per cantare la sigla di Alto gradimento, un programma che veniva trasmesso tutti i giorni alle 13, il pubblico si collegava con la radiolina. Appena finimmo di registrare ci dissero: Vi chiamerete I Cugini di Campagna. Li per lì ci prese un colpo. Tutti i complessi avevano nomi grandiosi (I Camaleonti, I Nomadi). Poi invece capii che erano avanti con i tempi. E così iniziammo la nostra avventura, che ancora continua».

Cosa unisce I Cugini dopo 53 anni?

Ivano «L'educazione e la collaborazione. Crediamo fortemente nelle qualità altrui. Noi siamo in quattro ma nessuno è un doppione dell'altro, quando esistono i doppioni si finisce a chitarrate. Altri gruppi hanno avuto questa fine, invece noi siamo complementari, abbiamo la stima di ciò che fa l'altro, non abbiamo l'invidia perché ognuno dà del suo».

E Ivano chi è?

Ivano «Ivano è l'autore. Io scrivo le canzoni, poi arriva Nik che canta. Lui è la voce, caratteristica basilare. Tiziano è il tastierista che si porta dietro milioni di fan femminili; è un grande arrangiatore, mette gli accordi giusti nel momento giusto. E poi c'è mio fratello, Silvano, che suonava la batteria in cucina con le pentole».

Un nomignolo per ciascuno?

Ivano «Potremmo dire così. Ivano l'autore, Nik the voice, Tiziano il paziente e sciupafemmine, Silvano l'avvocato e amministratore: ci amministra e ci amminestra... Ognuno di noi dà il suo contributo».

Ivano, toglimi una curiosità: ma usate le zeppe per moda o per quale motivo?

Ivano (Ride) «Io e Silvano siamo gemelli, eterozigoti. Io sono più alto di lui. Ma era più bello se fossimo stati alti uguali. Allora un giorno ci trovammo a chiacchierare con Little Tony. E gli chiesi: ma come fai ad essere così alto, tu che sei Little? Mi rispose: È un segreto, te lo svelo ma non dirlo a nessuno. Ho fatto costruire dei tacchi che all'esterno sono alti 4 centimetri, ma all'interno sono di 6-7 centimetri. Mi disse di andare da Antonio, il suo calzolaio di Roma. Andammo tutti e quattro e così appariamo alti tutti allo stesso modo, anche se le zeppe sono tutte diverse».

E quali sono le passioni di Ivano, a parte la musica?

Ivano «La musica, la musica, la musica. Mi piace l'idea di avere uno studio enorme per poter provare, una piscina per poter eseguire i miei esercizi di fisioterapia, mi piace l'orto. Ma la cosa più bella del mondo è arrampicarsi sul ciliegio».

È tempo di vacanza, come passerai la tua estate?

Ivano «Non abbiamo vacanze. (Ride). Le nostre vacanze sono i nostri concerti. Ogni tanto abbiamo provato a fare qualche vacanza vera, ma poi ci telefonavamo dicendo che non ce la facevamo più a stare distanti. Sono cinquant'anni che abbiamo il calendario con 100-120 concerti all'anno. La cosa che è cambiata è che fino allo scorso anno guadagnavamo 100 lire a concerto, quest'anno invece ne incassiamo 500, grazie al successo di Sanremo».

Ma se potessi scegliere, meglio mare o montagna?

Ivano «Preferisco il mare, anche se capisco che non fa tanto bene, ma preferisco il mare. È più divertente; se hai caldo puoi tuffarti, se ti vuoi riposare puoi stare sotto l'ombrellone. La montagna non mi attira tanto, anche se ci andavo con il coro della Cappella Sistina».

Tiziano Leonardi, classe 1984, è invece il tastierista e corista della band. È il membro più giovane dello storico gruppo anni Settanta. Tiziano, è vero che sei soprannominato il parsimonioso?

Tiziano «Ma no (ride). Forse il poco parsimonioso. Ma meglio dire che sono il paziente, anzi diciamo che sono le tre P: poco parsimonioso paziente (ride). Piuttosto mi dicono che sono la complicazione degli affari semplici».

È famoso il tuo motto e la tua filosofia sullo sguardo allargato...

Tiziano «Lo sguardo allargato sa tanto di Nerd. Ma io mi sento tutt'altro che Nerd».

E allora a cosa ti riferisci quando parli di «sguardo allargato»?

Tiziano: «Lo sguardo allargato è quello dei vincenti, è quello che anche se non lo sai lo fai; è quello che ti permette di guardare le opportunità con serenità di cuore, con intelligenza, e di guardare oltre che davanti anche a lato. Non come l'Asinello. La conosci la nostra canzone l'Asino? Ecco, non dobbiamo essere i ciuchi che guardano solo avanti, ma bisogna guardare anche intorno. Questo è il mio consiglio».

E la caratteristica di Tiziano quale è?

Tiziano «Beh, forse la pazienza: anche io, una volta ogni cento, perdo le staffe. Diciamo che sono tra i più pazienti, ma ognuno lo è a modo suo. E poi cerco di ascoltare, ascolto tanto».

Silvano Michetti è il fondatore e batterista dei Cugini di Campagna. Silvano, tuo fratello ti ha definito l'avvocato, l'amministratore. È vero?

Silvano «Più che altro tengo alto il morale del gruppo, specialmente nei viaggi dove tendono ad addormentarsi. Sono tutti dei cadaveri che camminano (scherza). Ogni tanto pure io mi addormento, ma poi mi sveglio al momento giusto. Diciamo che tante volte mi lascio andare. Ci divertiamo, è importante divertirsi, è la base del nostro lavoro».

Dopo cinquantatré anni come è cambiata la tua vita dalla fondazione dei Cugini di Campagna ad ora?

Silvano «Devo dire che come tutte le attività artistiche, in questi cinquantatré anni ci sono stati anche periodi non buoni (seppure brevi) ma sono stato sempre positivo e certo che tutto si supera con il sacrificio, con l'ottimismo e sicuro dei propri mezzi. Come è cambiata la mia vita? È sempre stata la stessa: ho sempre lavorato, forse anche troppo, e sono stato felice di questo, impegnandomi. Anche nei momenti di successo, la mia vita è rimasta la stessa: ho voluto bene a tutti per aver contribuito al mio successo ed è per questo che dico che sarò sempre grato a loro.

«Ogni volta che incontro per strada i miei fan - oramai grandi ma anche piccoli - e si complimentano per il successo ottenuto, li ringrazio immensamente. Cerco di avere sempre del tempo anche per gli autografi, per un saluto, per una foto».

Nicolino Luciani, detto Nick, è il «quarto elemento» del gruppo. Nato a Roma nel 1970, è la voce dei Cugini di Campagna.

Nik «Sì, mi chiamano The voice. E ringraziando Dio la voce c'è ancora. E nonostante gli anni che passano, ancora mantengo questo timbro vocale, che certamente va curato. Ma è sempre presente».

La tua caratteristica?

Nik «Sono una persona molto sensibile, soprattutto verso gli anziani e i disabili. Quindi, a parte la passione per la musica mi dedico molto all'impegno nel sociale e nella solidarietà».

Ma c'è spazio anche per qualche giorno di vacanza?

Nik «Niente vacanze, le rimanderemo a periodi meno intensi. Abbiamo un calendario molto fitto di concerti. Magari ci dedicheremo qualche weekend in mezzo alla settimana. Vedremo».

Nik, l'esperienza dei Cugini di Campagna ha cambiato la tua vita sia professionale che umana. In che modo?

Nik «Far parte di questo famoso gruppo è un qualcosa che mi completa, mi fa stare bene e soprattutto mi ha dato la possibilità di farmi conoscere attraverso la mia voce al grande pubblico. Fare musica e quindi cantare suscita in me grandi emozioni a livello umano; farlo davanti ad un vasto pubblico di varie generazioni è una sensazione unica inspiegabile. La musica è la colonna sonora della mia vita e quindi buona musica a tutti».

Sul sito ufficiale i Cugini di Campagna si presentano così:

Silvano Michetti: unico FONDATORE del gruppo.

Ivano Michetti: autore di TUTTI i successi.

Tiziano Leonardi: arrangiatore dalle DOTI ECCELSE.

Nick Luciani: la VOCE INEGUAGLIATA dei Cugini di Campagna, storico gruppo degli anni 70 e DEI GIORNI NOSTRI.

L'ultimo album si intitola Lettera 22 che - ironia della sorte - è il disco numero 23.

A questi si aggiungono 35 singoli.

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