Al cantiere aperto di Gasp serve il mattone Supercoppa

Il primo duello degli specialisti del derby. Da una parte Massimiliano Allegri dall’altra Gian Piero Gasperini. A Pechino si affrontano due tecnici che hanno dimostrato di saper leggere e vincere le stracittadine. Il tecnico dei campioni d’Italia, al primo anno, ha intascato due sfide su due della Madonnina, interrompendo una striscia di tre ko rossoneri consecutivi. Il collega interista, invece, detiene un primato nel derby della Lanterna: è l’unico ad averlo vinto tre volte di fila sulla panchina rossoblù. Domani al Nido d’Uccello proveranno a confermare la loro tradizione favorevole: entrambi sanno che questa sfida pur anomala, perché arriva a inizio stagione, potrebbe subito condizionare il cammino. L’approccio è diametralmente opposto. L’Inter è un cantiere aperto, dalla difesa a tre alle trattative di mercato che potrebbero stravolgerla a breve. Mentre il Milan che proporrà Allegri è di fatto la squadra campione d’Italia, una formazione rodata anche perché i nuovi acquisti Taiwo e Mexes per motivi diversi non ci saranno.
E Gasperini sa di essere subito sotto esame. «Penso di non essere arrivato all’Inter casualmente, che ho cominciato a fare l’ allenatore ieri». Ecco tutto l’orgoglio dell’allenatore nerazzurro che puntualizza che la partita di domani è fine a se stessa, poi ci sarà «tutto il tempo per costruire». Probabilmente lo dovrà fare senza Sneijder. Che però domani ci sarà. «Non voleva giocare? Per me è davvero una novità - attacca il tecnico -. C’è parecchia disinformazione... Intorno all’Inter si esagera nel creare delle situazioni che non ci sono... Io invece ho trovato un ambiente sereno». Di fatto qualcuno ha letto la nuova collocazione tattica, in mezzo al campo, di Sneijder come una soluzione temporanea, in attesa appunto di una cessione. Gasperini invece è convinto della scelta. Lo stesso giocatore ha ribadito: «L’allenatore lavora bene, ha cambiato qualcosa. Sono contento di essere qui a giocare questa sfida». Al suo fianco dovrebbe esserci Stankovic, che però ieri si è fermato per un problema al ginocchio.
Dall’altra parte Allegri si nasconde: «La formazione? Non ho deciso». Ma di fatto gli rimane solo un dubbio: Pato o Robinho. Il favorito resta il primo, mentre Abate è recuperato. Altro che caldo e umidità «alcuni giocatori lamentano che non hanno assorbito la differenza di fuso orario», ha rivelato il tecnico rossonero, sempre in attesa di mister X con l’ultimo nome, Kakà, che non dispiacerebbe al tecnico.
Già il mercato, aleggia sempre sulla sfida di Pechino. Risaputo di Sneijder, per il quale l’ostacolo sarebbe rappresentato solo dalla richiesta di un ingaggio troppo elevato fatta dal giocatore all’United, anche per Samuel Eto’o il discorso sembra ancora in divenire. Settimana prossima tornano alla carica i russi dell’Al Azhi, mentre dall’Inghilterra rilanciano l’ipotesi City, nel giorno in cui il club concede a Carlos Tevez, accostato all’Inter, di prolungare le vacanze. Senza dimenticare Maicon nel mirino di Mancini e Mourinho. Tutte questioni di cui dovrà occuparsi Massimo Moratti, la cui presenza a Pechino resta in dubbio.

E chissà cosa avrà pensato il presidente nerazzurro leggendo che, secondo i cinesi, Silvio Berlusconi vorrebbe Javier Zanetti. «Questa non l’avevo proprio mai sentita...», se l’è cavata il capitano interista. All’ombra della Grande Muraglia la fantasia non ha limiti.

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