«Sestri non chiuderà». Lannuncio dellamministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, teoricamente era il più atteso. Anzi, lunico atteso dagli operai pronti alla rivolta. Quellannuncio è arrivato, ma ormai la Cgil aveva deciso di scatenare linferno e inferno è stato. Nonostante la buona notizia arrivata dallincontro di ieri a Roma, gli operai in assemblea hanno dato fuoco ai cassonetti, usandoli per sbarrare le strade della delegazione. Una prova di forza, o meglio di rabbia, giustificata con lattesa di una notizia ancora più precisa. «Noi vogliamo che lazienda ci dia lavoro, invece dallad Giuseppe Bono abbiamo sentito parlare di altro», attacca il segretario della Fiom Cgil Liguria, Bruno Manganaro. E insieme allimmediata protesta con i cassonetti bruciati, conferma lo sciopero del gruppo per il 21 ottobre. Ma dal resto del mondo sindacale arrivano le prime condanne a queste posizioni oltranziste. «È uno sciopero sbagliato - dicono Antonio Apa, segretario generale della Uilm Genova e Mario Ghini, segretario nazionale - Questo è il momento di lavorare insieme per portare lavoro negli stabilimenti e per creare le condizioni perché Fincantieri sia produttiva. In una situazione di crisi internazionale, è sbagliato fare uno sciopero per aprire un tavolo e, magari, sperare che gli altri si uniscano».
Soddisfazione per lesito dellincontro romano è stato invece espresso dal coordinatore regionale del Pdl Michele Scandroglio e dal consigliere regionale Gino Garibaldi, che sottolineano che ancora molto si deve fare ma che «questa giornata segna un importante passo avanti soprattutto per il cantiere di Sestri Ponente visto che il Ministro Tremonti, ha assicurato Romani, sta firmando l'accordo di programma per la realizzazione del ribaltamento a mare del cantiere. Sono state ottenute quindi garanzie di certezza sul futuro del cantiere genovese che in questo modo non rischia la chiusura».
«Il cantiere di Sestri Ponente è salvo» La notizia scatena la rivolta degli operai
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