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Cantieri e new town al posto delle macerie

«Repubblica.it» celebra a modo suo il giorno della memoria della gente d’Abruzzo, mettendo online il dossier con le immagini dell’Aquila prima e dopo la tragedia. Un racconto asettico per immagini, proprio sul sito del giornale che più ha insistito sul presunto «stato arretrato» nei lavori di ricostruzione e ha cavalcato la polemica politica sull’operato dell’esecutivo, com’è accaduto nel caso della «protesta delle carriole». Il dossier finisce invece per mostrare al contrario il buon lavoro svolto da governo, Protezione civile, volontari e comunità internazionale nella gestione dell’emergenza e della ricostruzione.
A sinistra, a partire dall’alto, la chiesa parrocchiale di Onna, uno dei luoghi simbolo del dramma, come appariva ingombra di macerie dopo il terremoto e com’è oggi, ripulita da mattoni e lamiere e messa in sicurezza. Sotto le prime due foto, la chiesa di Santa Maria del Suffragio in piazza Duomo (detta dai cittadini aquilani «chiesa delle Anime sante»), già ricostruita a inizio del Settecento dopo un altro sisma. Nella prima immagine, scattata nei giorni seguenti al terremoto, è ben visibile la cupola praticamente distrutta per intero. Riaperta la chiesa al pubblico a fine marzo, adesso la stessa cupola appare «ingabbiata» dai vigili del fuoco, misura necessaria a impedire ulteriori crolli.
Nelle foto più grandi, la new town della frazione Bazzano dell’Aquila, sorta a tempo di record in un’area prima adibita a pascolo e attività agricole.

Le immagini di festa si riferiscono alla giornata dell’inaugurazione a meno di sei mesi dal sisma, a fine settembre 2009; infine, in basso l’opera di recupero della chiesa di San Michele nel borgo di Villa Sant’angelo, dov’è stato costruito anche un villaggio per gli sfollati. Ma sono tanti altri, in città e in provincia, gli scorci del capoluogo abruzzese in cui l’intervento delle istituzioni è tangibile. Tranne che per i reporter di «Repubblica».

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