Lo chiamavano «grand nez» per il suo naso lungo e pronunciato, spesso oggetto di caricatura da parte degli amici artisti. Ma François-Xavier Fabre (Montpellier 1766-1837) diventò uno dei maggiori artisti neoclassici, attivo in Francia e in Italia. Fu un ottimo pittore di storia, ritrattista e paesaggista, come testimonia la prima grande retrospettiva alla Galleria darte moderna e contemporanea di Torino, già passata per Montpellier, con ben cento dipinti e altrettanti disegni giunti da musei europei e americani. A essi si aggiunge limportante fondo del Museo Fabre di Montpellier Agglomération, con i 400 disegni e gli 80 quadri dellartista. Curata, come il nutrito catalogo (Somogy editions dart) da Laure Pellicier e Michel Hilaire, la rassegna permette non solo di conoscere lopera e la vita di Fabre, ma anche di approfondire tendenze e personaggi degli anni della Rivoluzione francese.
La vita di Fabre si svolge tra Francia e Italia. Allievo di Jacques-Louis David a Parigi dal 1783 al 1787, la sua formazione avviene nellambito del neoclassicismo. Vinto nel 1787 il Grand Prix, si trasferisce allAccademia di Roma, dove perfeziona lo studio su modelli antichi e rinascimentali, disegnando e dipingendo con grande raffinatezza. Ma proprio lì, allAccademia, cominciano i suoi guai. Fabre infatti non parteggia per la Rivoluzione, ma frequenta la cerchia dei pittori conservatori in esilio. Nonostante i primi successi alle mostre parigine, il suo atteggiamento antirivoluzionario gli aliena lambiente francese. Soppressa nel 1792 lAccademia a Roma, il pittore ripara a Firenze, dove trascorre gran parte della sua vita protetto dal granduca Ferdinando. Entra nel salotto letterario della contessa dAlbany e di Vittorio Alfieri, riparati a Firenze nel 1792, dopo la fuga da Parigi. La contessa tedesca, innamorata del bel poeta dagli occhi azzurri, accoglie nel suo palazzo sulle rive dellArno personaggi come André Chénier e Madame de Staël. Il pittore diventa molto amico dei due e dopo la morte di Alfieri nel 1803, ne cura ledizione delle opere, diventando anche punto di riferimento per committenti stranieri legati allAncien Régime. Lavora come ritrattista e pittore di storia e paesaggio, fino al 1824, quando tornerà a Montpellier.
La mostra ne ripercorre tutta lattività. Colpiscono i ritratti (e gli autoritratti), cui Fabre si dedica soprattutto dal 1793: volti intensi e disincantati, dal ritratto del commerciante Ferrandy, davanti al suo libro di conti, a quello di Alfieri maturo, dalle numerose immagini della contessa dAlbany al maresciallo Malachowski. Suggestivi sono anche i dipinti di storia, la vera vocazione di Fabre, che sin dallinizio lo avevano fatto apprezzare dai contemporanei.
LA MOSTRA
«Fabre e lItalia. Un pittore neoclassico da Firenze a Montpellier». Torino, Gam, fino al 2 giugno. Info. 0114429518 - www.gamtorino.it.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.