Canuti, primo ciclista con la patente «decurtata»

Federico Canuti come il signor Fabrizio Segnini. Due signori qualunque che diventano qualcuno per essere stati pizzicati a infrangere il nuovo codice della strada. Ricorderete la storia del signor Segnini, 43 anni, imprenditore bergamasco, elevato agli onori delle cronache il 10 agosto scorso per essere stato il primo ciclista d’Italia ad essere multato con la decurtazione di 6 punti dalla patente. La colpa? Non aver rispettato il rosso: via 6 punti e meno 150 euro sul conto corrente.
Stessa sorte è toccata a Federico Canuti, un ragazzo di 25 anni, di professione ciclista. Lunedì, in località Pescia (Pistoia), il corridore della Csf Navigare, in questi giorni impegnata nel Trittico Lombardo (martedì la Tre Valli Varesine vinta da Mauro Santambrogio, ieri l’Agostoni finita a Giovanni Visconti, oggi gran finale con la Coppa Bernocchi), è stato fermato da una pattuglia di carabinieri per non aver rispettato il rosso. «Ero con un amico in allenamento, ad un certo punto abbiamo visto in lontananza il rosso e, come spesso facciamo noi corridori, non ci siamo fermati, ma abbiamo rallentato, e siamo scattati proprio un attimo prima del verde. Una frazione di secondo. Un attimo. Giusto in tempo però per essere fermati dai carabinieri ­ racconta Federico Canuti, il primo corridore professionista a restare vittima del nuovo codice della strada -. Non c’è stato nulla da fare: multato io, multato il mio amico. Via sei punti dalla patente a me, via sei punti dalla patente a lui, e per completare l’opera anche un verbale con 150 euro di multa».
Come se non bastasse, il corridore pesarese è finito pure al comando dei carabinieri per accertamenti, perché non in possesso di documenti. «Sia ben chiaro, l’infrazione c’è stata, ma questa regola dei 6 punti decurtati dalla patente di guida proprio non la capisco. Io per lavoro percorro almeno 35mila chilometri in un anno e, avanti di questo passo, rischio seriamente di giocarmi tutti i punti della patente. Sognavo un futuro in bicicletta, ma non vorrei che la bicicletta diventasse il mio unico mezzo di trasporto...».
Alla Tre Valli è arrivato in gruppo, ieri nell’Agostoni si è fermato per una crisi di fame, oggi la Bernocchi... «Sono giovane, ho tanta voglia di fare, sto imparando il mestiere del ciclista. Non so se riuscirò a diventare un grande corridore, ma io sarei già contento di poter diventare un corridore importante, capace di lavorare per il bene della squadra. Sono un corridore completo, che sogna di poter vincere un giorno la Sanremo».
Braccato dai carabinieri, spronato di continuo dal suo direttore sportivo, Roberto Reverberi: «Indisciplinato? È il ragazzo più tranquillo che abbiamo in squadra. Anzi, il suo problema è l’esatto contrario: è troppo indeciso, titubante, dovrebbe osare di più. Invece è sempre lì a pensare: scatto, non scatto...». Solo ai semafori è reattivo. «Quello lo sono un po’ tutti i corridori. L’importante è avere gli occhi ben aperti».
Pigro, indolente, corridore che va spronato, eppure per il codice della strada è un indisciplinato...

«Come corridore sono forse ancora un po’ insicuro dei miei mezzi, come ciclista credo di essere molto prudente e attento ­ racconta ­, eppure l’infrazione mi è costata casa. Ho solo un dubbio: ma ai ciclisti che non sono in possesso di patente, oltre alla multa, cosa fanno?».

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