Famiglie, lavoratori, studenti. Un corteo trasversale fatto di gente comune quello che si è radunato ieri pomeriggio per manifestare la propria contrarietà allattuale assetto delle linee Amt a Genova. Attese snervanti alle fermate e corse fantasma al mattino presto e dopo le otto di sera. Mezzi stracolmi di persone che non fermano nemmeno alle fermate e linee tagliate o soppresse in nome della razionalizzazione della spesa.
I manifesti che il Comune di Genova ha affisso per le strade della città parlano di riorganizzazione della rete dovuta ai tagli del Governo nazionale quando in realtà più che i trasferimenti da Roma sono stati i bilanci di Amt in negativo per la gestione degli anni precedenti, a determinare la scelta di rivedere orari e linee. «Se è pubblico è tuo» è lo slogan utilizzato da Tursi che ha fatto andare su tutte le furie il consigliere comunale della Destra Gianni Bernabò Brea: «È vergognoso che una Giunta, che non solo ha approntato smisurati aumenti di abbonamenti e biglietti ordinari per gli utenti, ma addirittura ha optato per tagli al servizio pubblico, costringendo così ogni giorno centinaia e centinaia di genovesi a viaggiare in condizioni da terzo mondo, su bus stracolmi, magari anche privi di aria condizionata, si permetta di prendersi beffa in tal modo dei propri cittadini».
Fatto sta che le segnalazioni di disservizi non si fermano e anche ieri alla nostra redazione sono arrivate lettere infuocate di utenti scontenti della situazione. In particolare Armida Bordi che segnala come sia diventato difficile raggiungere Marassi partendo dalla Foce: «Prima dei recenti cambiamenti il bus 48 partiva da piazzale Kennedy diretto a Molassana e arrivava a Marassi. Ora, per compiere lo stesso percorso sono stati necessari tre autobus più un percorso a ferie - scrive la nostra lettrice -. Il bus 20 fino in corso Torino, tratto a piedi, trasferimento sul 37, cambio sul 48». Viaggio più lungo e scomodo rispetto a prima che penalizza soprattutto le persone più anziane. «Se si vuole incentivare luso di mezzi pubblici - scrive ancora Armida Bordi - non si possono obbligare gli utenti a cambiare troppi bus per un percorso di pochi chilometri. Così facendo si ottiene leffetto opposto, cioè disincentivare luso dei mezzi perché chiunque abbia a disposizione due o quattro ruote deciderà di evitare attese e trasbordi e userà mezzi privati».
Segnalazione per disservizi arrivano anche dal quartiere di Nervi.
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