Caos causato da una pista improponibile

È nata una stella. Un gran premio così incasinato, è l’unico termine che mi viene in mente per rendere l’idea, non capita spesso di viverlo. Unico punto fermo la conferma, dal primo all’ultimo giro, di questo astro nascente che si chiama Lewis Hamilton. È stato l’unico a fare una gara diciamo normale; d’accordo che è stato facilitato dall’essere davanti a tutti sin dal concitato via, e quindi non ha vissuto tutto quello che di fatto succedeva dietro a lui, ma con tutte le safety car a ripetizione, detriti a destra e sinistra, soste ai box fortunati ma perfetti, Hamilton ha dimostrato che per ora per lui esistono prestazioni da star, grinta da campione, freddezza da Dna privilegiato, fortuna da mondiale e chi lo ferma più questo qua, se la McLaren continua ad andare come a Montecarlo, e come qui in Canada? Ho usato volutamente il termine incasinato, perché la pista di Montreal innanzitutto ha dimostrato di non essere all’altezza di un gran premio mondiale; e tutto quello che è avvenuto durante la gara ne è stato la conseguenza. Un incidente spaventoso a Kubica, che ha impattato un muretto con una angolazione improponibile per una pista omologata per la Formula Uno. Bandiere nere per due big come Massa e Fisichella; due professionisti seri, preparati ed esperti, che evidentemente non hanno visto il semaforo rosso dell’uscita box per la situazione concitata della safety car e del caos generale. Errori, ritiri, malintesi, bandiere nere, detriti dappertutto, nuove regole della safety car da applicare qui. Diverse volte durante la gara non capivo più, io stesso, dove si fosse, chi fosse dove, fatta salvo appunto la prima posizione di Hamilton.

La Ferrari è in evidente difficoltà, ma anche i suoi due piloti devono farsi un po’ di lezioni master diciamo di concentrazione e freddezza alla... Hamilton. Alonso, quello che voleva castigare il suo compagno in pole fin dalla prima curva, ha fatto qui più errori di tutta la sua intera carriera.

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