Mentre i riflettori sono puntati sulla Libia, esplodono le tensioni anche in altre zone di Nord Africa e Medio Oriente. Nello Yemen 41 manifestanti sono rimasti uccisi a Sanaa, negli scontri con la polizia. Il presidente Ali Abdullah Saleh ha proclamato lo stato di emergenza dopo che, secondo alcuni testimoni, sulla folla che chiedeva le dimissioni del presidente avrebbero sparato non solo lesercito, ma anche miliziani in abiti civili. La protesta era iniziata in maniera pacifica con migliaia di manifestanti davanti alluniversità della capitale. A un certo punto molti manifestanti si sarebbero mossi in direzione di unauto data alle fiamme, causando la reazione della polizia, subito affiancata dai miliziani che fino a quel momento erano rimasti mischiati alla folla.
In Siria è stata invece dispersa una manifestazione pacifica a Damasco: decine di uomini si erano riuniti davanti alla Grande moschea degli Omayydadi per protesta contro il regime baatista al potere da quasi mezzo secolo, rimanendo seduti in silenzio, e sono stati allontanati da agenti in divisa e in borghese. Tensioni anche in Bahrein. Migliaia di sciiti sono scesi in piazza nel villaggio di Diraz, alle porte della capitale Manama, nonostante il coprifuoco e il divieto di manifestare, contro il re al Khalifa e le truppe saudite e degli emirati sbarcate nel paese, che considerano «occupanti». La manifestazione si svolge in un clima complesso di tensione fra gli Stati Uniti, che hanno chiesto il rispetto dei diritti di chi scende in piazza, e le altre potenze dellarea, che invece sostengono la repressione da parte del regime.
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