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Capello al Real: vuole Kakà, Toni e mezza serie A

In 20 minuti si è consumato il divorzio dalla Signora. Tardelli: «Senza di lui la Juve va avanti lo stesso». A Madrid è pronto a scaricare Roberto Carlos e Raul

Claudio De Carli

Ore 14,28: «La Juventus football club prende atto delle scelte di Fabio Capello, accetta le sue dimissioni e lo ringrazia per il lavoro svolto». Pochi minuti dopo Ramon Calderon, neopresidente del Real Madrid, confida: «Capello mi ha chiamato e l’ho sentito impaziente. Mi ha chiesto quali piani ho in mente. Fabio sarà presentato giovedì». Cioè domani.
È durato venti minuti il colloquio nella sede di corso Galileo Ferraris fra l’allenatore e il presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli, non c’era molto da dire, comunicato di facciata, congratulazioni, stretta di mano e ognuno per la sua strada. Un commento su tutti è di Marco Tardelli, neo consigliere del club: «Evidentemente non se l’è sentita di affrontare questa avventura e non aveva l’entusiasmo necessario per farlo. In questi casi si parla sempre di scelta di vita, mi rendo conto che il Real Madrid sia una realtà davvero allettante. Ma la Juventus va avanti lo stesso».
Capello rinuncia a un’ultima stagione di contratto con la Juventus a quattro milioni di euro netti, domani firmerà un biennale con la Casa Blanca. Uscito dalla sede juventina ha fatto visita a Gianluca Pessotto, ricoverato da otto giorni nel reparto di rianimazione dell’ospedale Le Molinette.
Da domani cambia città, maglia, giro e collaboratori, lascia la Juventus dopo due stagioni in cui è sempre rimasto in testa al campionato, 76 giornate o 638 giorni, rischiando di non avere vinto niente per l’eventuale revoca dello scudetto 2004/05 e la non assegnazione di quello 2005/06.
Qualcuno ha subito messo in relazione le richieste del procuratore federale con le dimissioni di Capello. Assolutamente no, forzatura capziosa, era tutto già deciso, Capello sarebbe andato al Real qualunque fosse stato il nuovo presidente, se Calderon meglio, visto che l’avvocato madridista aveva impostato tutta la sua campagna elettorale sulla promessa firma di don Fabio. Il nuovo staff madridista sarà formato dal direttore sportivo Pedja Mijatovic e da Franco Baldini che ricoprirà una carica curiosa e pericolosissima, quella di segretario tecnico. In sostanza Baldini dovrà andare da Roberto Carlos, Gravesen e magari anche Raul e spiegare che hanno fatto il loro tempo, Pedja invece andrà a soffiare sotto la sedia di Cristiano Ronaldo, dichiarando ai quattro venti che il portoghese è stanco di stare al Manchester United e dopo il litigio con Rooney vuole solo il Real Madrid.
Calderon non ha paura di nessuno, ha organizzato una campagna presidenziale sbandierando contatti con il meglio che esiste in circolazione e contratti già firmati, è uno che gestisce tutte le corride di Madrid, sa cosa vuole la gente. Con Arjen Robben e Cesc Fabregas assicura che sta per arrivare anche l’esterno del Betis Siviglia, Joaquin. E dopo Capello ha intenzione di portare a Madrid altri bianconeri, Emerson, Cannavaro, Vieira e Zambrotta su tutti, ma sta stuzzicando mezza serie A perché nel suo taccuino ci sono anche i nomi di Adriano, Chivu, Toni e il brasiliano Mancini. E su Kakà non molla la presa, nonostante due denunce già sul tavolo della Fifa per comportamento antiregolamentare presentate dal Milan.
Molto dipenderà da Capello, come ha ripetuto Calderon, tecnico duro, meticoloso, permaloso quanto basta e dalla lunga memoria, ma anche uno degli allenatori più titolati della storia del calcio che sa formare un gruppo, in genere vincente. Gli è riuscito anche in una piazza difficile come quella della Roma, sebbene i suoi agiografi ricordino anche che una zona nera c’è anche per lui, quella del ritorno sulla panchina precedentemente abbandonata. È successo una sola volta ma fu un disastro, stagione ’97/98, quando tornò al Milan dopo aver vinto quattro scudetti in cinque anni, e proprio dopo la parentesi madridista culminata con la vittoria nella Liga. Capello di nuovo al Milan ma solo decimo, il risultato peggiore da quando allena.

Il Real è avvisato, ma allora subentrò a campionato in corso.

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